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Malagò: “Doveroso non giocare. Decisione condivisa dai club”

Malagò (Getty Images)

Il presidente del Coni ha parlato in conferenza stampa della morte di Davide Astori

Redazione ITASportPress

Quest'oggi tragedia a Udine dove il giocatore della FiorentinaDavide Astori, 31 anni, capitano della squadra toscana e giocatore della Nazionale, è stato trovato morto nella sua stanza di albergo, a Là di Morèt. La 27/a giornata di serie A è stata rinviata in segno di lutto per la morte del capitano della squadra viola. Il rinvio è stato deciso dal commissario della Lega di serie A, Giovanni Malagò, il quale è intervenuto in conferenza stampa: "Verso le 10 ero a un incontro di lavoro ed è suonato il mio cellulare. Era Marco Brunelli della Lega Calcio e mi ha dato la notizia drammatica. Sono rimasto senza parole. Brunelli mi ha pregato di non esternare questa notizia fino a quando non fosse stata comunicata alla famiglia del giocatore. Abbiamo aspettato circa un’ora e per rispetto della società era giusto che loro facessero il primo comunicato stampa. Nel frattempo stavano per scendere in campo Genoa e Cagliari, con i sardi che hanno avuto in squadra Astori. Tutti hanno esternato subito la volontà di non scendere in campo, ho parlato con Giulini, poi con Preziosi che mi ha dato piena disponibilità e si è proceduto a rinviare Genoa-Cagliari. Nel frattempo sono venuto a conoscenza della volontà anche di altri club di non scendere in campo, per vari motivi. A questo punto io ho capito subito che la partita che potesse essere maggiormente in discussione sotto il profilo del rinvio era evidentemente la partita di questa sera tra Milan e Inter. Ma anche giocatori dell’Inter come Borja Valero e Vecino avevano uguali sentimenti. Mi sono confrontato con il Ministero degli Interni Marco Minniti, quindi ho parlato con il Capo della Polizia e ho manifestato la mia ferma intenzione di rinviare la giornata del campionato di Serie A. Loro avevano la mia stessa opinione, quindi ho reso partecipe la Lega Calcio. "

"Le parole stanno a zero, credo che la decisione sia stata quella giusta più che mai perché il calcio che io voglio e immagino è un calcio di valori, di ideali, di condivisione di emozioni. Per il rispetto non solo dell'atleta ma dell'uomo ritengo che la decisione sia stata giusta e doverosa. Ho avuto modo di confrontarmi con più di un medico, anche qualificato. Sulla base di queste testimonianze, invito a non lasciarsi trasportare ad alcuna speculazione o illazione. Nessun medico sulla faccia della terra mi potrà mai dire che c’è un rimedio certo e categorico per ciò che riguarda il rischio di una morte improvvisa".