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LE PAROLE

Mancini: “I giovani fanno bene ad andare via dalla Serie A. Sarà un Mondiale anomalo”

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Le parole del ct dell'Italia

Redazione ITASportPress

Roberto Mancini, allenatore della Nazionale italiana, ha parlato dei giovani che abbandonando la Serie A per giocare all'estero. Il tecnico ha inoltre toccato l'argomento Mondiale, spiegando le sue sensazioni. Queste le sue parole:

MONDIALE - "Alla fine guarderò le partite del Qatar. Non sarà semplice. Più ci pensi e più capisci che certe situazioni sono segnate. Avevamo dominato il girone, dovevamo andare diretti al mondiale: altro che spareggi. Invece… Ci dà una mano il fatto che siamo campioni d’Europa. Bisogna ripartire da quello, più forti di prima. Sapendo che lo sport è come la vita: capitano situazioni totalmente inattese e incredibili. Sarà un torneo anomalo – dice il commissario tecnico -. Mai visto sospenderlo per due mesi. Non sarà semplice. Quando ho debuttato io, nel 1981, fecero giocare in Italia un Mundialito club e la serie A non giocò solo per venti giorni. Qui le squadre si fermeranno pur continuando a lavorare. Sarà tutto più difficile. Spero che sia bello come l’anno scorso. Combattuto in testa e in coda e che giochino più italiani: il mio chiodo fisso".

GIOVANI ALL'ESTERO - "Spero abbiano la possibilità di giocare. Così sarebbe positivo. Così si cresce. Gli italiani una volta restavano sempre qui, ora sono ancora pochi rispetto a quelli di altre nazioni. Scamacca? Aveva già fatto l’esperienza, è stato uno dei primi ad emigrare: in Olanda. In Premier può dare tanto, ma non sarà facile. L’importante è che giochi e migliori. Gnonto resta in Svizzera? Ha 18 anni, lì gioca di sicuro, ha vinto il campionato. Giocando cresce, poi meglio se troverà un livello più alto. Lucca dal Pisa all’Ajax? Ha una grande possibilità per migliorare tecnicamente. Non avrà pressione ma sarà in una squadra che deve vincere sempre. L’Ajax è come Real, Barcellona, Juve ed altre dove un pari è una sconfitta. Ma la scuola Ajax vale: da quelle parti sfornano giovani, poi li vendono e fanno i soldi. I nostri a 18 anni sono ancora in Primavera: all’estero giocherebbero tutti".

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