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Maxi Lopez: “Torino? Mihajlovic spaccò il gruppo. Vi racconto Messi a 17 anni. Su Icardi…”

Maxi Lopez (Getty Images)

L'attaccante argentino dell'Udinese: "Futuro? Finché sto così gioco, in campo continuo a sentire i brividi come da ragazzo"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista rilasciata da Maxi Lopez ai taccuini de La Stampa; ecco quanto dichiarato dall'attaccante argentino dell'Udinese che domenica sfiderà in trasferta il Torino, squadra in cui ha militato fino alla scorsa stagione: "Queste sono le sfide in cui bisogna fare il salto. Dei due anni e mezzo al Torino mi è rimasto il legame con tifosi splendidi. Mi scrivono e mi chiamano ancora. Il ricordo più bello è la notte di Bilbao. Magica, storica: nessuna italiana aveva vinto là. Domenica per me sarà una partita speciale: la prima volta nella mia ex casa. Spero di giocare dal 1’, ma sono a Udine per dare l’esempio ai giovani. Decide Oddo, sto bene e sono tranquillo".

BELOTTI - "Al Gallo sta capitando di tutto e mi spiace. È la vita dell’attaccante: un anno ti gira tutto bene, un altro va storto. Più degli stop, ha patito la delusione mondiale. Ma è dai momenti critici che s’impara".

LJAJIC - "Adem deve sentirsi protagonista per dare il meglio. Per noi compagni era fondamentale, lui ha patito il trattamento ricevuto da Mihajlovic".

MIHAJLOVIC - "Ero stato con lui al Catania e alla Sampdoria e mi piaceva il suo parlare a quattr’occhi. Sistemare i problemi dentro lo spogliatoio è più sano per tutti. Mi sarei aspettato che anche al Torino funzionasse così. Invece... Cercava di spronare i giocatori, forse. Ma se il gruppo non riceve il messaggio, si rischia di spaccarlo".

UDINE - "Qui va tutto molto bene. Organizzazione e strutture sono al top. Come solo al Milan avevo visto. Oddo ha portato determinazione, voglia di riscatto e lavoro tattico".

CARRIERA - "Se sono soddisfatto dei 46 gol in 205 partite in Serie A? Si può sempre far meglio, ma non ho rimpianti. Forse poteva cambiare qualcosa quando scelsi il Milan invece di un’offerta inglese di quattro anni. Durò pochi mesi, ma ci tenevo".

ICARDI - "Mi sono tenuto lontano dal gossip più delle altre parti coinvolte. Il mio sfogo è sempre stato il calcio. E anche questa storia mi ha fatto crescere".

CAMPIONI - "Ho giocato con Eto'o e Ibrahimovic, devastanti. Il più forte? Ho avuto la fortuna di vedere il miglior Ronaldinho e di 'battezzare' Messi".

MESSI - "Ai tempi del Barcellona avevo 20 anni, lui 17 e suo padre non si fidava a lasciarlo uscire. Con 3-4 amici argentini ci siamo inventati di tutto per stare insieme. Due anni, dalle grigliate in su. E in campo aveva già un altro passo. Nel 2014 andò vicino a vincere il Mondiale, ma era troppo solo. Spero che ci riesca in Russia per tutto il nostro popolo".

ALLENATORI - "Diaz mi fece esordire nel River, Rijkaard mi ha dato il Barcellona. Ma di ognuno porto qualcosa dentro. Allegri sa gestire benissimo squadra e situazioni: ha polso. Ventura? No comment, dico solo che cosa più triste per il calcio italiano non poteva esserci".

FUTURO - "Finché sto così gioco: in campo continuo a sentire i brividi come da ragazzo. Ho in testa un progetto una volta appese le scarpe al chiodo, tra calcio e altro. Di certo, non mi fossilizzerò. Sono un uomo di mondo, girerò: Argentina, Italia e l’altra Europa in cui sono stato bene".

FIGLI - "Giocano tutti a pallone. Il primo e l’ultimo attaccanti come papà, il secondo in porta. È ancora un po’ confuso, dovrò lavorarci su...".

"Udinese, il ballo di Maxi Lopez e compagni nello spogliatoio