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Milan, Gattuso: “Era fatta col Kazakistan. Mi rivedo in Conte. Sogno di restare”

"Nella vita mi sono goduto poco le vittorie, ho sempre pensato solo a migliorarmi. I successi non mi hanno cambiato, mi ricordo di più le sconfitte"

Redazione ITASportPress

Domani sarà cifra tonda per Gennaro Ivan Gattuso, che spegnerà quaranta candeline. Intervistato da Premium Sport, l'allenatore del Milan ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Non so dove festeggerò perché in casa comandano le donne, decideranno mia moglie e i bambini. Intanto contro il Crotone la squadra mi ha fatto un bel regalo, ma la strada è ancora lunga: ora si godano questa settimana di riposo, è un gruppo che lavora bene e mi dà tanto, speriamo non perdano questa caratteristica. Sto gestendo i giocatori per cercare di coinvolgerli tutti, serve dare minutaggio a tutti. L'importante è lavorare sul concetto di squadra, conoscere le proprie debolezze per migliorarsi".

GLASGOW RANGERS - "Stavo già insieme a Monica (la moglie, ndr) e vivevo un sogno perché da ragazzino giocavo in una squadra con campioni come Laudrup e Gascoigne, in uno stadio incredibile, davanti a 50.000 spettatori".

RETROSCENA - "Nel 2016 avevo firmato un precontratto con la nazionale del Kazakistan, ma nelle precedenti esperienze a Creta e Sion la mia famiglia non si era trovata bene, quindi ho portato Monica ad Astana, ha provato le temperature rigide e ho capito che era meglio fare un passo indietro".

BILANCIO - "Nella vita mi sono goduto poco le vittorie, ho sempre pensato solo a migliorarmi. I successi non mi hanno cambiato, mi ricordo di più le sconfitte: ho vinto tanto, ma ho vissuto male i trofei persi, mi sentivo responsabile".

ANCELOTTI - "Ancelotti per me non è stato solo un allenatore, ma anche fratello, amico e papà: è stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, anche adesso abbiamo un rapporto incredibile".

KAKA' - "Dall'esterno dava l'immagine di un ragazzo tranquillo, ma è uno simpatico e che sa stare al gioco".

CUTRONE - "E' acerbo, ma assomiglia a Inzaghi: ha le sue stesse movenze e il suo stesso veleno".

2012 - "Addio al Milan? Decisione mia, Galliani per un mese mi ha chiamato ogni giorno a mezzanotte mettendo la canzone 'se mi lasci non vale'. Ma pensavo, e lo penso anche oggi, che fosse finita un'epoca: si doveva dare spazio ai giovani. Non volevo essere un peso, il Milan mi ha dato più di quel che gli ho dato io, è stato giusto andarsene senza polemiche".

ALLEGRI - "Si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche quindici giocatori per infortunio, ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi è completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perché era il mio capitano al Perugia e pensava solo a sé stesso, non aveva regole. Da tecnico è molto credibile".

ALLENATORI - "Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po' in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli".

CONCETTO - "Non punto in particolare su un giocatore, ma sulla squadra: quando c'erano Maldini e Nesta potevamo anche permetterci Cafù e Serginho, oggi no e quindi dobbiamo giocare da squadra, mi auguro questo".

Successivamente, intervistato da Ansa il tecnico di Corigliano Calabro ha aggiunto: "Sogno di restare al Milan. Da parte mia c'è grande rispetto, farò di tutto per continuare, ma non voglio essere un peso per il club. Sono l'ultimo problema".