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Modric, dalla guerra al Real Madrid: “Vivevamo in quattro in 20 metri quadrati. Quando mi hanno chiamato i blancos…”

Luka Modric Real Madrid (getty images)

Il centrocampista si racconta tra passato, presente e futuro

Redazione ITASportPress

Luka Modric parla senza freni nel corso dell'intervista a El Partidazo de Cope. Il centrocampista del Real Madrid si è soffermato su diversi aspetti della sua vita, privata e non. Tra l'infanzia segnata dalla guerra e dalla scomparsa di suo nonno, fino ai momenti più felici legati al pallone che lo hanno portato alla firma, tanto sognata, con il club blancos.

Modric: nonno, guerra e infanzia

 Modric (getty images)

Il racconto del croato parte dall'idea di scrivere un libro, finalmente realizzata, e dalla voglia di raccontare un po' di sé: "Avevo questo desiderio. Sono timido ma volevo finalmente aprirmi un po' con le persone. Volevo raccontare la mia vita, la mia infanzia, il calcio e non solo", ha detto Modric che proprio sull'infanzia difficile anche a causa della guerra in Croazia rivela: "Ero molto legato a mio nonno. Quando l'hanno ucciso è stata un momento davvero duro. Ero piccolo e ancora non capivo certe cose. Non capivo perché stesse accadendo tutto quello. Andavamo a cercarlo ma non sapevamo che non sarebbe più tornato. Spero lui abbia visto dall'alto quanto abbiamo fatto e sperato". "Quando è morto io e la mia famiglia siamo andati a Zara. Vivevamo in una stanza d'albergo da 20 metri quadrati. Eravamo in quattro. Avevo sei anni e stavo con i miei genitori e la mia sorellina. In ogni caso non ho brutti ricordi di quel momento. Davanti all'albergo c'era una piazza dove giocavamo a calcio". "Spesso le bombe cadevano vicino. Credo anche ad un centinaio di metri di distanza. Noi dovevamo correre al bunker prima di tornare ad allenarci o tornare a casa. Non piangevo, sapevo che stava succedendo qualcosa di brutto. Certo ero un po' spaventato, perché ti aspetti sempre il peggio ma poi tornavamo a giocare".

Al Real: tra passato, presente e futuro

 Modric (Getty Images)

E proprio sul mondo del pallone e la sua carriera, Modric ha aggiunto: "A volte l'immagine del calciatore mi dà fastidio. In tanti pensano solo alle cose belle di questo ruolo, ma le cose non ti cadono dal cielo. Devi allenarti, stare attento. Non puoi fare certe cose, devi curare il tuo corpo. Gli inizi? Forse avevo talento, ero bravo. Dovevo solo trovare la mia posizione". E ancora sulla sua carriera iniziata ai massimi livelli al Tottenham e poi completata dall'affermazione in maglia Real Madrid: "Mourinho è stato decisivo per il trasferimento al Real. Peccato essere rimasto con lui solo un anno. Quando mi ha chiamato il Real Madrid non potevo dire di no. Avevo altre offerte ma se chiama il Real le altre spariscono. Zidane? Un top. Quello che abbiamo fatto insieme è qualcosa di irripetibile".

E sul futuro: "Voglio continuare al Real Madrid e magari chiudere qui la carriera. Certo, non voglio mai diventare un peso per il club ma io spero di restare qui fino alla fine. Anche dopo che smetterò di giocare a calcio vorrei vivere a Madrid. La mia famiglia sta bene qui e almeno fino a quando i ragazzi terminano la scuola vorrei rimanere".