IL TECNICO

Montella: “Da giocatore ero testa di ca**o. Spero di allenare ancora la Roma”

Redazione ITASportPress

L'ex allenatore e giocatore tra passato e desideri per il futuro

Vincenzo Montella si racconta e lo fa ai microfoni del Corriere dello Sport. L'ex calciatore e mister ha parlato di alcuni aspetti del suo passato ma anche delle ambizioni per il futuro soffermandosi anche sul presente lontano dal terreno di gioco e dalla panchina ma con la voglia di avere presto un'altra occasione.

Montella a 360°

"Sono fasi che capitano in una carriera. Probabilmente il problema del Covid ha influito. Ma adesso che la stagione sta finendo mi è venuta la voglia di ricominciare da capo. Aspetto un nuovo percorso. Ho utilizzato il break per crescere", ha spiegato Montella. "Quando vivi un momento di difficoltà professionale, passi dall’altra parte: migliori il tuo carattere, i tuoi punti deboli. Vedi le cose in maniera più distaccata".

Tra presente e futuro, impossibile non parlare anche del Montella calciatore: "Indubbiamente da calciatore ero una testa di cazzo, volevo giocare sempre, soprattutto in quel periodo (con Capello ndr). Stavamo vincendo lo scudetto e io mi sentivo più forte degli altri. Ma gestendomi in quel modo, facendomi incavolare, Capello seppe tirare fuori il meglio da me. Andai via dalla Roma quando mi resi conto che non mi arrabbiavo più".

E a proposito di Roma, non solo ricordi da giocatore ma anche quelli da mister: "Speravo di rimanere come allenatore e non è stato possibile. Peccato, mi sarebbe piaciuto impostare un progetto dall’inizio. Hanno scelto un altro (Zeman), dopo vari sondaggi. Ci lasciammo male perché ci avevo creduto. Sì, nel 2012 mi sentivo l’allenatore della Roma. Ammetto che la Roma è una sorta di punto debole. E’ parte di me. Qui ho giocato, vinto, allenato. Magari non è troppo tardi per riprovarci. Ranieri a quanti anni ha realizzato il sogno di allenarla? 58? Ecco, a me resta una decina d’anni per sperare... ".

Sul progetto Superlega: "Lo sport è divertimento. Se non c’è competizione al cento per cento, manca un piede della sedia. Capisco che i giovani preferiscano vedere in tv Real Madrid-Juventus perché sono abituati alla Playstation. Ma bisogna valutare chi c’è dietro, i sogni e la poesia di chi aspira ad arrivare con la fatica. Credo sia meglio sia finita così. Meglio per il calcio".