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Musso si racconta: “Miei genitori volevano che studiassi ma mia passione sempre stata il calcio…”

Juan Musso, Udinese (Getty Images)

Parla il portiere dell'Udinese

Redazione ITASportPress

Ospite d’eccezione di Udinese Tonight, Juan Musso, portiere dei friulani, si è raccontato a 360°. Non solo l'attualità calcistica della squadra bianconera di mister Gotti ma anche il passato con i primi passi mossi anche contro il volere dei genitori.

Musso si racconta

 Musso, getty images

"Ce la giochiamo sempre con tutti anche con quelle squadre sulla carta più forti. Noi, però, non ci sentiamo più forti né più deboli di nessuno, giochiamo ogni gara come se fosse l’ultima e credo che contro la Lazio il pareggio ci stesse. Siamo una squadra che ha raccolto tanto basandosi sulla fase difensiva, molto compatta. La nostra compattezza ci ha portato molti risultati", ha detto Musso sulla recente sfida di campionato.

Sugli obiettivi della squadra: "Sono convinto che questa squadra ragioni da grande, siamo un gruppo di uomini veri, il primo obiettivo era arrivare a 40 punti ma vogliamo di più e affrontiamo ogni partita sempre per fare punti. Non sento che ci stiamo rilassando o accontentando di salvarci, anzi. Percepisco che vogliamo arrivare più in alto possibile e nella parte sinistra della classifica. Tutti i ragazzi vogliono questo. Sono convinto che ognuno di noi voglia arrivare tra i primi 10, non ci accontentiamo di fare soltanto i 7 punti che mancano per arrivare a quota 40. Dobbiamo affrontare ogni partita sapendo di poter vincere con tutti e la squadra è concentrata su questo, con l’ambizione di concludere nella parte sinistra della classifica".

Sulle sue prestazioni: "Abbiamo costruito una fase difensiva molto solida ed è ancora più difficile per un portiere essere concentrato in quelle poche circostanze in cui le avversarie creano pericoli. Bisogna alzare il livello in quelle circostanze per farsi trovare pronti e mi fa molto piacere che gli avversari arrivino poco dalle nostre parti. Rispetto agli anni scorsi siamo ancora più uniti come gruppo, con la volontà di fare le cose come una grande squadra e ogni partita cerchiamo di fare punti, sono contento di far pare di questa squadra e sono convinto che arriveremo il più alto possibile giocando ogni gara alla morte e dando gioie ai tifosi".

Un curioso aneddoto poi relativo ai primi passi: "Mio padre giocava come portiere tra i dilettanti, io ho iniziato giocando a basket ma poi ho cominciato a giocare in porta quasi per caso e sono andato avanti così perché mi piaceva tanto e mio padre mi dava dei buoni consigli. Mia madre è avvocato, mio padre ingegnere, loro volevano farmi studiare e farmi avere una carriera all’università invece la mia passione è sempre stata il calcio e ho sempre creduto che il mio destino fosse quello di diventare un portiere. Ringrazio tanto i miei genitori perché sono stati e sono importantissimi nella mia vita. Quando avevo 14 anni ho deciso di andare a Buenos Aires per giocare e lei non era d’accordo ma ora è felice per me".

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