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Nainggolan: “Conte mi ha ferito. Cagliari? Sono pronto. Giulini vuole vincere”

Nainggolan (getty images)

Parla il centrocampista belga appena tornato in Sardegna

Redazione ITASportPress

Lunga ed interessante intervista rilasciata dal centrocampista del CagliariRadja Nainggolan al Corriere dello Sport. Il belga, passato per la terza volta in carriera in maglia rossoblù è pronto a ripartire dopo l'esperienza poco felice all'Inter.

A tutto Nainggolan: Inter, Conte e Cagliari

 Radja Nainggolan Cagliari (Getty images)

Parte subito dalla sua forma e dalla voglia di fare bene il Cagliari: "Se Di Francesco mi chiama, io ci sono. ​Non sono preoccupato del fatto che non gioco da tanto, pensa è vero il contrario. Io nella vita sono uno che si diverte solo se gioca", ha detto Nainggolan che si è espresso anche sul Covid: "Quest’anno in campo stiamo difendendo molto più che un risultato: stiamo difendendo il campionato dal virus. Perché il Covid prima ha ucciso il calcio, poi le vite di tutti noi, e alla fine ha ucciso il mondo. ​Non sono pessimista, sono solo lucido. Io ho avuto il Covid, e sono stato fortunato. Non ho avuto una linea di febbre, ma sono preoccupato . Sono preoccupato per gli effetti della crisi. Per tutti quelli che hanno avuto il lavoro e le attività distrutte. E poi ovviamente per gli altri, per gli anziani, per i più deboli, per chi si ammala e con questo virus rischia la vita. Spero che li vaccinino subito, per primi".

Tornando al calcio, il belga parla anche di Inter e di Conte: "Cosa dire. Conte è un grandissimo tecnico. Ma sono rimasto ferito quando dopo avermi concesso solo otto minuti di partita mi ha indicato come un responsabile di tutto. Che potevo fare in otto minuti? Ma non ho aperto polemiche allora, non lo faccio nemmeno adesso. È andata così. Io sono integro, sano. Non ho mancato un allenamento, non ho fatto un minuto di ritardo".

E sul presidente rossoblù Giulini che lo ha riportato al Cagliari: "Se sono tornato è perché mi ha voluto lui. Ha un progetto, è ambizioso, vuole vincere. E io condivido questo sogno. Sono tornato nella città dove vivono le mie figlie, questa è stata una molla per me. Uno dei motivi più belli per cui lo faccio".

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