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Nani si racconta: “Vivevo in una stanza piena di topi, senza cibo. Morivo di fame”

Nani (getty images)

Il portoghese e alcuni dettagli inediti della sua vita

Redazione ITASportPress

Lunga ed interessante interevista rilasciata dal Luis Nani a The Players Tribune. Retroscena e aneddoti mai svelati per il portoghese che ha affrontato anche temi delicati come la sua difficile infanzia. Ma anche della convinzione di essere stato scelto da Dio per fare il calciatore diventandolo grazie ad una serie di coincidenze davvero insospettabili.

Nani: "Se c'è una cosa difficile da affrontare è avere fame"

L'attuale giocatre dell'Orlando City ha parlato subito della sua infanzia molto complicata: "La mia storia è iniziata con il fatto che stavamo morendo di fame", ha detto Nani. "Quando ero bambino, mi sono reso conto che Dio ha scelto per me il mio percorso affinché io aiutassi la mia famiglia. Ho vissuto con mia madre e otto fratelli e sorelle in una casa con una sola camera da letto. C'erano buchi nel pavimento dai quali uscivano costantemente ratti e lucertole. Questi animali correvano per la casa tutto il tempo. Non avevamo nulla da mangiare e abbiamo davvero combattuto per sopravvivere. Giuro. Le cose della vita che ho vissuto sono state dure, ma nessuna è stata più difficile dell'avere fame. Questa sensazione di un qualcosa che ti svuota dentro l'ho vissuta spesso. L'unico vantaggio della fame è che ti fa cercare soluzioni".

La svolta

 Nani (getty images)

Soluzioni appunto, come quella di chiedere cibo in un Pizza Hut. "Un giorno, mio ​​fratello Paulo Roberto ebbe un'idea. Credo che avessi circa 10 anni. A cinque anni mio fratello prese praticamente il posto di mio padre e disse 'Perché non andiamo nella ricca zona di Lisbona e chiediamo cibo?'. Così facemmo. La gente ci ha dato pane, zuppa e biscotti. Un giorno ci trovammo davanti ad un pizza Hut e chiedemmo qualcosa. Nessuno ci voleva dare nulla quando all'improvviso una donna ci chiamò e ci disse di attendere. Due minuti dopo ecco una pizza. Buonissima. Davvero. E poi ci chiese 'cosa stavate facendo qui?'. Noi rispondemmo che stavamo giocando a calcio. Credo che questa nostra sincerità le sia piaciuta perché poi lei ci disse che aveva un amico da presentarci e che poteva aiutarci. Il suo amico era Marco Aurelio (Cunha dos Santos ndr, giocatore dello Sporting Lisbona)".

Da quel momento i due furono presi dallo Sporting Lisbona e il resto della storia è ben nota. Con Nani che è diventato anche campione d'Europa col Portogallo nel 2016. Storie di vita mai raccontate e che spesso possono davvero sorprendere...