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Napoli, De Laurentiis: “Non capivo nulla di calcio. Sarri? Un comunista con la tuta. Sogno Ibrahimovic”

"Insigne l'unico italiano tra i titolari? Non mi dispiace affatto..."

Redazione ITASportPress

A poche ore dall'andata degli ottavi di finale della Champions League, il Napoli, attraverso il proprio profilo Twitter, propone una conversazione a Madrid tra il polito romano Walter Veltroni e Aurelio De Laurentiis. Ecco quanto dichiarato dal presidente del club partenopeo: "Walter, dovevamo avere un presidente politico: ti avrei voluto alla presidenza della Lega".

2004 -"Ho preso il Napoli in un tribunale dove mi fu assegnato un foglio di carta. Io, che non sapevo nulla di calcio, chiesi: 'i giocatori, gli uffici e il centro sportivo dove sono'? Il giudice mi guardava con aria stralunata, ci fu anche un mezzo parapiglia. Poi scoprii che il vero titolo andava consegnata dalla Federcalcio. Non avevo nulla e dovevo andare a Los Angeles per un film. A mia moglie e mio figlio ho detto di non rompermi le scatole, volevo il Napoli dal 1999 e dopo cinque anni si è presentata questa opportunità. Avevo una famiglia di origini napoletane, iniziammo nel 1929 con l'industria della pasta... potevo prendere solo il Napoli. E per questo nel 1999 bussai alla porta della società. C'è un uomo geniale che io conobbi quando avevo 20 anni negli uffici di zio Dino a New York: Barry Diller che lavorava alla Paramount. Ad un certo punto questo uomo disse a Murdoch: 'perché non fai un network televisivo?. Hai la 20th Century Fox, se ci metti dentro uno sport, fai bingo'. E così fu. E poi Murdoch ha avuto anche la proprietà di alcune società di baseball, football americano, ecc. Vedendo questa situazione di grande successo mi dissi: 'io in fondo, il cinema lo faccio. Del calcio non so nulla, nemmeno cosa sia un 4-4-2'. Ad un certo punto decisi che avendo una famiglia di origini napoletane, dovevamo assolutamente intervenire sul Napoli".

STADI -"Avevamo cercato una legge sugli impianti sportivi, ma improvvisamente ce l'hanno stravolta perché pensavano che Sensi e Lotito avrebbero dovuto creare milioni di metri quadrati a scapito chissà di chi. Oggi ci hanno fottuto sulla legge per gli stadi e più andiamo avanti più lo stadio si virtualizza tra cellulari e iPad. Ci vorrebbe una nuova legge sugli stadi, poi bisognerebbe creare le condizioni di sicurezza in questi ultimi altrimenti che li creiamo a fare?"

L'IDEA - "Bisognerebbe fare anche un vero campionato europeo di club, con squadre di Spagna, Inghilterra, Francia, Germania ed Italia: se le prime sei ogni anno si mettessero assieme per fare 60 partite, ci sarebbe anche la necessità di ridurre le squadre dei campionati nazionali. Lotito per farsi bello, visti interessi in Serie B ed in Lega Pro, sta pompando a dismisura affinché ci siano 65 milioni di paracadute a chi retrocede: mi auguro che il ministro Lotti faccia tabula rasa, ogni tanto mi dice 'non posso fare questo', ma se non lo fa allora non succedono altre cose. Facendo piccolissime cose, resterà un oceano di cose non fatte. Il problema principale del calcio è che si vuole accontentare tutti e invece non si accontenta nessuno". 

ALLENATORI -"L'allenatore con cui mi sono trovato meglio? Tutti hanno contribuito ad una mia crescita. Gli allenatori hanno tutti pregi e difetti, in fondo sono delle persone. Reja aveva i suoi vantaggi, così come Mazzarri. Walter ci ha portato con dei giocatori relativamente costosi a giocare delle partite memorabili in Champions League. Lo stesso Benitez è stato fondamentale nella nostra crescita, vista la sua conoscenza del calcio internazionale: forse conosceva meno il mercato italiano e il campionato, visti i dissapori all'Inter. Non mi posso certo lamentare, se Higuain non avesse sbagliato qualche rigore di troppo saremmo arrivati secondi o terzi, invece che quinti. Sarri? A me piacevano due cose di lui: avevo letto un articolo che confrontava le sue partite durante la stagione, mi sono detto: 'se sa così ben mettere in campo dei giocatori validi senza risplendenti nomi, se gli metto in mano gente come Higuain, Callejon e Reina potrà fare senz'altro benissimo'. Mi faceva impazzire il fatto che fosse un comunista convinto ed un grande lettore, mi piaceva che giocasse sui cambi in banca: Sarri è un uomo che si sente responsabile, e a me piace. Non è uno che cerca di nascondersi dietro cause e poi mi piaceva il fatto della tuta: ben venga la tuta, vorrà dire che potrò chiedere più soldi alla Lete o agli sponsor. E' una pubblicità senza fine, chi è che la fa attraverso l'uomo immagine Sarri? Rompo le scatole sull'aspetto tattico, quando vedo delle stranezze o dei favoritismi: io sono democratico, chi merita gioca anche se lascio molto fare". 

SOGNI -"Un giocatore che mi piacerebbe avere? Non sono uno che invidia, ma cerco di spingere sempre attraverso ciò che ho. Mi piacerebbe avere quel gigante che adesso è al Manchester United, che ho avuto ospite a Los Angeles a cena: è di una simpatia incredibile, anche se sembra sempre incavolato. Avete capito chi è, no? (Ibrahimovic, ndr)".

STRANIERI - "Insigne l'unico italiano tra i titolari? Non mi dispiace affatto, metterei italiani in Serie B ed in Lega Pro per far crescere i nuovi 'eroi' con meno di 25 anni: in Serie A, invece, lascerei liberi i club di fare come succede in Belgio ed in Portogallo. Ovvero acquisto libero di extracomunitari. Tavecchio come può ammettere l'iscrizione di squadre che hanno i bilanci dissestati?".

TIFOSI -"Diecimila napoletani a Madrid? Chissà cosa avranno combinato per impossessarsi di un posto (ride, ndr)".

MARADONA - "Ci siamo incontrati e divertiti ad ipotizzare cosa potesse fare per il Napoli, gli ho detto che è un ambasciatore del partenopeismo nel mondo. Sto sviluppando il Napoli in Cina, in Australia e negli Stati Uniti: c'è bisogno che faccia l'ambasciatore, stiamo verificando se è possibile creare delle Academy nel mondo".