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Napoli, l’ex Garics: “Cremammo mio padre con la maglia azzurra addosso. Il più pazzo? Lavezzi!”

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"Torno spesso a Napoli. Sento l’affetto dei napoletani, mi apprezzano non solo sotto il profilo calcistico"

Redazione ITASportPress

György Garics, che ha vestito la maglia del Napoli dal 2006 al 2008, si è confidato ai microfoni di CalcioNapoli24.it. Ecco quanto dichiarato dal giocatore austriaco: "Sono molto contento di quanto fatto fino ad oggi, tutto è iniziato grazie a Pierpaolo Marino. Devo molto al direttore sportivo. Le distanze poi ci hanno allontanato, ma ho avuto un rapporto sincero e corretto. Spero gli abbia fatto fare bella figura. Lui mi aveva cercato già a giugno del 2006, ebbi altre offerte, ma morirono dopo poco. In un giorno conclusi con il Napoli perché da entrambe le parti c’era la volontà di chiudere. Napoli non si rifiuta, nemmeno in Serie B, anche se è una piazza difficile dove c'è tanta pressione".

DE LAURENTIIS -"Se io avessi un’azienda come il Napoli preferirei gestirla in prima persona proprio come fa lui. Se sbagli la colpa è tua, ma te ne prendi anche i meriti. Ci vuole una certa bravura nel gestire una società che è arrivata a questi livelli e per i risultati che stanno arrivando direi che sta avendo ragione. De Laurentiis ha avuto grandi maestri anche nel cinema, adesso sta portando avanti la sua idea. Spesso prende decisioni non popolari per i tifosi, ma fino ad oggi la città può essere solo soddisfatta".

SAN PAOLO -"E' indimenticabile. Ma a livello di strutture l'Italia è indietro. E' una cosa che non si può negare, ho avuto la possibilità di respirare l’atmosfera in Germania, anche in seconda divisione. Ci sono strutture fantastiche. C’è una differenza abissale rispetto all'Italia. Non è solo il San Paolo però, moltissimi stadi pagano un gap con quelli del resto d'Europa. Fare un passo avanti in questo senso non è semplice. Il calcio ormai è strettamente legato alla politica. Possiamo parlare di fare stadi nuovi fino a domani, ma se gli obiettivi sportivi non combaciano con quelli politici non se ne fa niente. Sicuramente il San Paolo non è perfetto, ma l’atmosfera che si respira all'interno è unica".

TRA CAVANI E HIGUAIN... -"Sono diversi tra di loro. Cavani aveva bisogno di più della squadra, Higuain invece se la caricava sulle spalle".

GOAL AL MILAN NEL 2008 -"E' stata l’ultima al San Paolo con quella maglia. Mi sono trovato addosso 20 giocatori, è stato un pomeriggio unico. Mi rimarrà sempre nel cuore".

SPOGLIATOIO -"E' sacro, preferisco non esprimermi. Oggi fuoriescono troppe cose, vengono a riprendere con le telecamere i giocatori negli spogliatoi in mutande. E' giusto che certi aspetti rimangano all'interno di quelle mura".

EL POCHO - "Il giocatore più pazzo con cui hai giocato? Lavezzi al Napoli sicuramente! Ma anche a Bologna ho incontrato Diamanti, mentre a Bergamo dico Vieri. Mi ritengo fortunato ad aver giocato insieme ad uno come lui".

L'ANEDDOTO -"Quando è morto mio padre, durante gli Europei, è stato cremato con la maglietta del Napoli addosso. Era la sua squadra, aveva un rapporto bellissimo con questa maglia. Sapevamo che era innamorato del Napoli, decidemmo di prendere questa scelta per il suo e il mio attaccamento alla città".

FUTURO - "Sono svincolato e sto aspettando qualcosa che mi attiri, vorrei restare in Italia. Mi sto allenando con l’Imolese che ringrazio per l’opportunità che mi sta dando. Per ora vorrei continuare a fare il calciatore".

AMORE PER NAPOLI -"Torno spesso a Napoli. Sento l’affetto dei napoletani, mi apprezzano non solo sotto il profilo calcistico. Questa per me è la cosa più importante. Il calcio prima o poi finisce, fa piacere aver contribuito alla rinascita della società. Abbiamo gettato le basi per ciò che il Napoli sta facendo oggi in Italia e in Champions. Mertens fa spesso dichiarazioni d’amore per la città, ma anche Cannavaro, Iezzo, Grava e soprattutto Hamsik hanno grande attaccamento verso la città. Napoli o si ama o si odia".