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Palermo, l’ex Martinelli racconta: “Ho un aneurisma all’aorta. Se gioco rischio di morire…”

Alessandro Martinelli (twitter Palermo)

"Fra poco farò un altro controllo per vedere se continuo a peggiorare o se invece il problema era solo legato all’attività agonistica. Sto col fiato sospeso"

Redazione ITASportPress

A Palermo lo ricordano con piacere ma anche con un pizzico di tristezza. Alessandro Martinelli ha visto la sua carriera da professionista nel mondo del pallone interrompersi per via di un problema cardiaco. L'ex capitano rosanero ha parlato a 360° della sua situazione che lo ha quasi portato alla depressione, ai microfoni del Corriere dello Sport.

Martinelli: "Ho un aneurisma all’aorta. Se gioco rischio di morire..."

Alessandro Martinelli (twitter Palermo)

"I primi tempi mi sono isolato, non parlavo con nessuno, stavo male e piangevo. Poi piano piano con l’aiuto di Alice, la mia fidanzata, della famiglia, degli amici, e dei miei ex compagni mi sono ripreso", ha ammesso Martinelli parlando dell'addio al calcio e del problema di salute. "Ora cerco di farmene una ragione e di vincere anche questo speciale campionato ripartendo da zero. Mi vengono i brividi a pensare quello che poteva accadere se avessi continuato. Ho un aneurisma all’aorta, in Italia i parametri sono più severi che all’estero, mi hanno detto che rischiavo di rimanerci. La prima diagnosi al mio arrivo in Italia nel 2008. Fino a pochi mesi fa era tutto ok. Poi la scoperta di una maggiore dilatazione e i medici mi hanno consigliato di fermarmi e di svolgere una vita normale. Come se fosse facile visto che la mia identità di atleta è stata cancellata".

Per il suo futuro da calciatore nessuna speranza anche se all'estero qualcuno gli aveva ipotizzato di poter ottenere l'idoneità: "Non ho mai pensato di smettere. Sono stato a Genova e Milano, ma nessuno mi ha dato speranze. In Svizzera avrei potuto ottenere l’idoneità ma il problema sarebbe rimasto e per una botta o uno sforzo intenso avrei rischiato la rottura dell’aorta e la morte. Fra poco farò un altro controllo per vedere se continuo a peggiorare o se invece il problema era solo legato all’attività agonistica. Sto col fiato sospeso. Mi hanno rubato le fantasie di bambino che amava il pallone, l’Inter, Ronaldo, la Serie A, distrutto un sogno che era diventato realtà. Un colpo durissimo. Non mi sono completamente ripreso dallo shock".

Cosa fare adesso che il calcio non potrà più essere il suo mestiere: "Avevo cominciato a costruire la mia casa a Mendrisio, ho tante spese fisse, in Svizzera la vita è molto cara. Quando mi sveglio, valuto tante prospettive, poi ci ripenso e ricomincio. Se mi sposerò? Non è in programma anche perché adesso devo trovare un lavoro stabile. Mi hanno proposto di lavorare in banca: dopo una vita passata all’aria aperta mi sembrerebbe una prigione. Ho pensato al corso per direttore sportivo ma senza diploma superiore sono escluso: dovrei studiare per cinque anni per provarci. Sto valutando l’idea di lavorare con il mio ex agente Beltrami per scoprire nuovi talenti in Svizzera".