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Paolo Rossi: “Senza Bearzot non ci sarei stato io. Mi rivedo in Mertens”

"Rispetto ai miei tempi c'è un'intensità diversa e c'è più fisicità. Bisognerebbe adattarsi: Maradona, Platini e Zico saprebbero farlo"

Redazione ITASportPress

Paolo Rossi, campione del mondo nel 1982 con la Nazionale italiana, è intervenuto ieri ai microfoni di TMW Radio. Ecco quanto dichiarato dall'ex attaccante: "Rispetto ai miei tempi c'è un'intensità diversa e c'è più fisicità. Bisognerebbe adattarsi: Maradona, Platini e Zico saprebbero farlo. Quando hai classe sopraffina, ti adegui. Messi comunque pesa 55 chili, ma non lo prendi. Si è adeguato a questo tipo di gioco. Ronaldo invece è tutta corsa e fisicità ed è molto diverso, però 'sopravvivono' l'uno e l'altro".

BEARZOT -"Parlare di lui è facile. La mia carriera si è incrociata con la sua, siamo stati legati l'uno all'altro. Senza di lui non ci sarebbe stato Paolo Rossi. Con un altro tecnico probabilmente non avrei giocato, ma in fondo è anche vero che se oggi parliamo di Bearzot forse un po' di merito ce l'ho anch'io. Lui ha sempre creduto in me e io l'ho sempre stimato. Era uno che sapeva dirti le cose in faccia e ha difeso i suoi giocatoti contro tutti. E' stato una persona grande sotto tutti i punti di vista: onesta, diretta, forse anche un po' burbero. Coriaceo. Incuteva rispetto nei giocatori. Ogni tanto però sapeva darti pure qualche carezza. Era una persona vera, un po' come il presidente della Repubblica Pertini. Era figlio di generazioni in cui i valori erano importanti. E poi era semplice, ma con una cultura profonda, appassionato di storia e di arte. Rispetto a qualche allenatore di oggi non c'è paragone. Tornado al campo, lui mi ha sempre fatto stare sereno, è stato paziente ed è stato premiato alla fine".

MERTENS -"Sinceramente mi rivedo un po' in lui. Fino a vent'anni, infatti, ero ala destra e poi arrivai al Lanerossi Vicenza dove Fabbri mi inventò centravanti. Ed esplosi subito. Ecco, questa mi sembra la mia storia. Mertens non ha mai fatto il centravanti, ma si sta adattando: è un centravanti atipico, non da area di rigore, ma è svelto e con qualità. E ora ha iniziato a prendere le sembianze del centravanti. Che fare con Milik e Pavoletti? Sono problemi che in fondo è meglio averli".