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CONFESSIONI

Pessina si racconta: “Contro il Real Madrid mi ha aiutato… mia nonna”

Pessina (getty images)

"Futuro? Lavorare nella Fifa e nella Uefa sarebbe una figata"

Redazione ITASportPress

Protagonista con l'Atalanta in campionato e in Champions League e prossimamente anche con la maglia della Nazionale ad Euro 2020. Matteo Pessina si racconta in una lettera a Cronache di Spogliatoio nella quale ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita da calciatore ma anche quella da studente. Figura fondamentale nel suo percorso di vita e professionale, sua nonna...

STUDIO E LAVORO - "La mia vita è sempre stata segnata dal calcio. Aver iniziato a gestire le pressioni da adolescente mi ha aiutato a mantenere la calma in ogni situazione", racconta Pessina. "Credo sia l'assist migliore che abbia mai ricevuto. Devi saperlo cogliere, non lasciare che ti logori". Una qualità e una tempra che gli sono state utili in questa annata complessa e fortemente segnata dalla pandemia da Covid che non gli ha permesso di essere troppo concentrato sugli studi all'Università di Economia: "Non sono stato mai a casa per più di due giorni, il calendario era molto fitto. Mi dispiace non aver avuto costanza nello studio, ma non mollo".

LA NONNA - E in un certo senso, la voglia di farcela, il coraggio e la forza di proseguire nelle sue passioni, Pessina la trova anche grazie ad una figura importante come sua nonna: "Senza i suoi insegnamenti non avrei mai trovato la forza di preparare una sfida come quella in Champions contro il Real", ha raccontato il centrocampista dell'Atalanta. "Se ho più tensione alla vigilia di una sfida di Champions o prima di un esame? Come ho detto, ho assimilato fin da subito il concetto di angoscia. Mi piace vivermi l’elettricità di certi momenti e sfruttarla a mio vantaggio". "Mia nonna era professoressa nel primo liceo che ho frequentato. Quando sono entrato io, dopo le medie, lei era già in pensione. Insegnava latino, e infatti andavo fortissimo. Non che avessi bisogno delle sue ripetizioni, ma il potenziamento che facevamo insieme il pomeriggio prima del compito era fondamentale. Conosceva i professori, erano stati suoi colleghi, e conoscendoli si immaginava quali versioni avrebbero proposto. Ci fu un giorno, in particolare, in cui mi seguì in un testo di Seneca. Il mattino seguente, il compito era proprio quello! Lo consegnai in 10 minuti e il prof sbalordito mi chiese: 'Pessina, ma come diavolo hai fatto?!'. La mia risposta fu lapidaria: 'Semplice prof, l’ho fatto ieri con mia nonna'".

 Matteo Pessina (getty images)

IDOLO KROOS - Dalla nonna al Real Madrid prima citato e, ovviamente, al suo idolo Toni Kroos: "Quando mi sono trovato in mezzo a quei due, Modric e Kroos, ero già allenato mentalmente. Toni è uno dei miei idoli. E poi… come la fanno girare loro, nessun altro. Sono a quel livello da un decennio, formidabili. C’è stato un attimo, nel secondo tempo, in cui il pallone è terminato fuori e sono entrati i medici per soccorrere un calciatore del Real. Mi sono avvicinato e gli ho detto spontaneamente in inglese: 'Ciao, devi sapere che per me sei uno dei giocatori più forti in circolazione. Io mi ispiro a te, ci tenevo a dirtelo'. Lui mi ha ringraziato con grande stile. Dopo la partita è venuto a cercarmi negli spogliatoi per regalarmi la sua maglietta, scambiandocela. Era rimasto colpito".

FUTURO - Tra le conclusioni dell'intervista anche uno spazio al futuro. Un futuro che sarà ancora ricco di studio con un preciso scopo: "Voglio accrescere le mie competenze economiche e giuridiche per completare quelle che sto maturando sul campo. Attualmente la mia strada è abbastanza delineata: mi piacerebbe diventare un dirigente, direttore generale in un club o entrare in federazione. Lavorare nella Fifa e nella Uefa sarebbe una figata".

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