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Recoba racconta l’approdo all’Inter: “Non ci credevo, ma ho un rimpianto”

Recoba (Getty Images)

L'ex giocatore nerazzurro ha parlato del suo arrivo a Milano.

Redazione ITASportPress

Alvaro Recoba è stato sicuramente uno dei migliori talenti che il calcio italiano abbia conosciuto. Arrivato all'Inter nel 1998, l'uruguaiano ha lasciato i nerazzurri nel 2007 dopo aver vinto due scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe e una Coppa Uefa. Il suo mancino ha incantato gli stadi d'Italia e spesso viene menzionato dai suoi ex compagni durante le dirette social.

Il rimpianto di Recoba

Recoba (Getty Images)

Questa volta l'ex giocatore ha parlato all'account spagnolo Twitter dell'Inter, rivivendo il suo approdo alla società nerazzurra: "Quando arrivai all'Inter ero piccolo ed entrai in uno spogliatoio con i migliori al mondo: da Ivan a Simeone, poi Bergomi, Ronaldo, Djorkaeff, Pagliuca. Era incredibile pensare di essere arrivato lì. Poi trovai anche tanti sudamericani, e questo mi facilitò l'inserimento. Zamorano aveva una facilità estrema nel segnare, una qualità che gli avrei voluto rubare. A me mancava soprattutto quando ero più giovane, questa ferocia di cercare la via della rete a ogni costo. Il rammarico è non essere entrato in campo nemmeno per 5 minuti nella finale di Coppa Uefa vinta contro la Lazio, nella quale Zamorano segnò un golazo. Ero convinto di entrare nel finale e invece non successe, in ogni caso fu una serata splendida, eravamo tutti contentissimi".

Barcellona

 Recoba (Getty Images)

Qualche settimana fa l'ex giocatore nerazzurro ha raccontato di una trattativa che lo avrebbe portato al Barcellona: "Se mi avessero detto di fare questa carriera all’Inter per tanti anni non me lo sarei mai immaginato. Anzi, è andato meglio di quanto immaginavo a 4 anni. E poi nel 2001, mi sembra, si era parlato di un mio trasferimento al Barcellona. Moratti era molto amico del presidente, ma ha detto subito di no, dopo due secondi”. Non solo, El Chino dovette anche scegliere tra Inter e Juventus prima di approdare in Italia: "Il mio procuratore mi aveva parlato di due possibilità: Inter e Juventus. Ero un ragazzino, avevo 20 anni. Non ti accorgi di dove vai, non lo sai. Il calciatore fa una carriera particolare, i fenomeni di adesso non sapevano di arrivare così lontano".