Ronaldinho qualche giorno fa è tornato alle luci della ribalta con un fatto di cronaca piuttosto grave. L'ex Mila è finito in manette insieme al fratello con l'accusa di volersi recare in Paraguay munito di carta d'identità e passaporto falso. Non solo, qualche giorno più tardi il brasiliano è stato accusato anche di riciclaggio finendo così dietro le sbarre. Notizia di ieri inoltre la mancata scarcerazione dell'ex fantasista.
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Ronaldinho in manette, litigio tra i governi di Brasile e Paraguay
Botta e risposta tra le istituzioni brasiliane e portoghesi.
LITIGIO ISTITUZIONALE - L'arresto di Ronaldinho però non è andato giù al governo brasiliano. Secondo quanto raccolto dall'ANSA, il ministro degli Interni paraguaiano Azevedo aveva svelato una telefonata con il ministro della Giustizia brasiliana Moro: "Moro mi ha scritto chiedendo informazioni sulla situazione, voleva sapere se Ronaldinho e suo fratello Assis potevano essere rilasciati: al ministro non è piaciuto il loro arresto". Pronta però la risposta di Moro: "In nessun momento abbiamo interferito con le indagini condotte dallo Stato paraguaiano. Il nostro ministero è orgoglioso di rispettare la sovranità degli Stati e l'indipendenza degli organi giudiziari".
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