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Ronaldo ammette: “Mio passato al Milan? Ho fatto di tutto per tornare all’Inter ma…”

Ronaldo Luis Nazario (getty images)

Il brasiliano racconta il suo strano trasferimento al Milan quando ancora era un calciatore in attività

Redazione ITASportPress

Lunga ed interessante intervista rilasciata da Ronaldo, il Fenomeno, a Sportweek. Il brasiliano, attuale presidente del Valladolid, ha affrontato diversi temi legati al calcio attuale ma si è soffermato soprattutto su alcuni dettagli della sua vita "milanese", quando dopo l'Inter fece ritorno in Serie A con la maglia del Milan.

Ronaldo: "Milan? Provai a tornare all'Inter ma..."

Ronaldo Luis Nazario (getty images)

"Sembra facile dirlo adesso, ma è solo e soltanto la verità: io volevo tornare all'Inter. Anzi, dico di più: ho fatto di tutto per tornare all'Inter. Ho aspettato tutto il tempo possibile per dare all'Inter il tempo di dirmi sì o no: quando non è arrivata una risposta, significa no. Ecco perché sono andato al Milan", ha affermato Ronaldo. "Per il Milan era sì e io in quel momento, più che traditore, mi sentivo un po' tradito per essere stato rifiutato: era una scelta impopolare, ma nella mia vita non ho mai avuto paura di farne. E oggi per me non ha nessun senso chiedermi se lo rifarei. Se l'ho fatto è perché in quello momento sentivo che era la cosa da fare: né giusta né sbagliata, ce l'avevo in testa e c'era un perché. Berlusconi e soprattutto Galliani mi volevano bene, molto: il rapporto con loro è un ricordo che mi fa sorridere ancora oggi".

Impossibile poi non parlare del 5 maggio e dunque tornare nei panni del Ronaldo interista: "L'infortunio era destino, il 5 maggio fu una colpa: quando il destino ce l'hai in mano, se ti scappa via non puoi prendertela con nessuno. Non eravamo noi, e non ci siamo mai spiegati davvero perché: per quello piangevo. Sicuramente perché quello scudetto era il regalo minimo che dovevamo fare ai nostri tifosi. Il regalo che io avevo il dovere di fare ai tifosi per quanto mi avevano voluto bene anche quando stavo male". "Cuper? Non c'era rapporto, l'ho detto decine di volte e l'avevo detto anche al presidente, e non ci sarebbe potuto essere. Non c'era neanche un compromesso possibile: perciò quando io e Moratti, diverso tempo dopo l'addio, ne abbiamo riparlato, ci siamo 'perdonati' senza darci colpe".