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Ronaldo, il biografo: “E’ deluso da Perez. Messi? Svelai un duro giudizio…”

"Dovrà abbassare le aspettative, ma ha già iniziato a farlo perché la Juventus non sarà mai il Real Madrid"

Redazione ITASportPress

Cristiano Ronaldo si è sbloccato: i primi due gol in Italia sono arrivati ieri contro il Sassuolo ed è subito stato decisivo.

Ma per fare un viaggio all'interno del mondo dell'attaccante portoghese della Juventus è meglio fare un passo indietro fino alle sue radici, esattamente come ha fatto Guillem Balague.

Il giornalista calatano ha scritto nel 2015 una biografia non autorizzata su CR7, la cui ristampa aggiornata sbarca oggi in Italia; un ritratto sull'uomo, prima ancora che sul calciatore, raccontato ai taccuini de La Repubblica:

"Ronaldo è  l’uomo capriccioso che non va alle premiazioni se non vince niente, ma è anche l’amico generoso che fa regali a tutti. Ronaldo è  il campione che sembra avere dodici anni per sempre, immaturo e fragile, ed è Ronaldo il dio greco dell’area di rigore, l'invincibile, l'immortale. C’è una pagina in cui riferisco un duro giudizio che lui rivolse a Messi, e Cristiano non me l’ha perdonata: ha deciso che non sono uno dei suoi. Ma io non gli ho fatto l’ufficio stampa, io ho cercato la verità di un campione che apprezzo tremendamente. A Verona, per la prima di campionato, ero lì: l’ho incrociato, ci conosciamo da una vita eppure lui mi ha detto con te non parlo".

INFANZIA - "Ho cercato le radici della sua infanzia, ho parlato con gli amici di gioventù a Madeira, sono stato nel povero sobborgo dov'è cresciuto senza l'affetto di un padre alcolizzato. E credo di aver capito che quell'amore mai ricevuto, Ronaldo lo cerchi ancora. Mi sono chiesto perché lui abbia sempre vissuto con la madre, fino all'ultima compagna non aveva mai diviso il tetto con una donna. Si è separato dalla mamma a 12 anni, è rimasto da solo fino ai 17 all'accademia dello Sporting Lisbona, per un bambino è dura vivere così. Ma da piccolissimo aveva già questa visione: farò il calciatore. Poi un prezzo si paga, anche se diventi il più bravo".

MESSI - "Si somigliano, il loro percorso da bambini è stato simile. Ma l’argentino è più furbo, più scaltro, mentre Cristiano è più sincero, dunque più scoperto anche nei difetti. Ronaldo cerca amore, ma non sempre sa farsi amare, vuole che la squadra sia al suo servizio mentre Messi è al servizio della squadra".

TRASFERIMENTO - "Cristiano non si sentiva più amato dal Real Madrid. Non voleva soltanto più soldi, voleva essere tutto. Io, però, sono convinto che quando è andato da Perez si aspettasse un rilancio, non di essere lasciato partire così. E' rimasto deluso. Ora dovrà abbassare le aspettative, ma ha già iniziato a farlo perché la Juventus non sarà mai il Real Madrid".

MUSCOLI - "Nel libro parlo anche di una bisnonna africana, Isabel Rosa di Capo Verde. Questo forse spiega in parte la forza muscolare di Ronaldo, il suo tipo di fibra".

PADRE E FIGLIO - "Ha avuto come padri putativi Ferguson ed il suo procuratore Mendes. Penso che Cristiano sia, a un tempo, padre e figlio di molti. Ogni sua casa è un clan e lui si prende cura di amici, sorelle, madre, fidanzata, figli naturali, oltre al fratello Hugo che ha avuto grandi problemi di tossicodipendenza".

NARCISO - "Ai tempi del Manchester United pretese l’unico armadietto dello spogliatoio davanti allo specchio. E in casa ha una palestra dove non smette mai di allenarsi. L’ossessione della perfezione fisica è legata al trascorrere del tempo e al fatto che gli manca sempre qualcosa".