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Sacchi: “Milan, i grandi ex e Galliani per ripartire”

"Il Milan ha bisogno di ritrovare la grandezza e bisogna riempirlo con ambizione, orgoglio e passione, come facevamo noi"

Redazione ITASportPress

Arrigo Sacchi, uno degli allenatori che ha fatto la storia del Milan di Silvio Berlusconi, parla a La Gazzetta dello Sport della scelta del presidente rossonero di cedere la società ai cinesi: "Faccio molta, molta fatica a pensare a un Milan senza Berlusconi e Galliani. Insieme hanno fatto qualcosa che rimarrà nella storia del calcio italiano e mondiale. Silvio è stato un rivoluzionario, ha cambiato costumi e idee del pallone, ha avuto il coraggio di fare scelte azzardate e di credere nei sogni, che è riuscito a realizzare. Direi che con lui abbiamo vissuto il Rinascimento del calcio. Il motivo principale della cessione? E’ stata decisiva la salute. E quindi non posso che essere d’accordo. Ha fatto la cosa giusta. Eppure, che peccato non vederli più insieme, lui e Galliani. Ripeto, loro due insieme sono stati in assoluto i dirigenti più bravi nella storia mondiale. Io davo a Galliani la lista dei miei desideri e lui mi portava sempre il primo nome. Il Milan ha bisogno di ritrovare la grandezza e bisogna riempirlo con ambizione, orgoglio e passione, come facevamo noi. Poi direi loro che bisogna fare molta attenzione a scegliere gli uomini. E uso appositamente la parola uomini prima di calciatori: occorre stare attenti a scegliere. La base è avere giocatori che sentano amore e professionalità per il proprio lavoro. E’ la ricerca dell’eccellenza. Prima gli uomini, poi i calciatori. Albertini è stato il mio vicepresidente federale quando ero responsabile delle giovanili azzurre, ha maturato un’esperienza dirigenziale ad altissimo livello. Il fatto è che in Figc è come in politica, non vengono valutati i meriti, ma altri fattori. Io non me lo sarei fatto scappare. A livello federale occorre avere molta pazienza, lui forse ha difettato in questo. Maldini è diventato un uomo vero, non ha costruito la sua vita sull’opportunismo, basta pensare a come ha gestito la questione con gli ultrà, dimostrando ricchezza etica e morale. Certo, ha meno esperienza di Demetrio, ma ha una grande intelligenza, così come Costacurta. Billy ha costruito la sua carriera grazie alle capacità interpretative. Anche nel suo caso l’intelligenza è un fattore fondamentale. Io sono molto riconoscente a questi giocatori per la loro umanità e professionalità. Ma vado oltre con il ragionamento: più che per un legame con il passato, sarebbe un modo per avere le idee chiare sul futuro. E a questi nomi aggiungerei Galliani, che è una certezza. Orgoglio italiano? Ci deve essere, è con questo che vorrei vedere il Milan tornare grande. E poi occorre conoscere l’ambiente in cui ci si muove. I cinesi dovranno fidarsi di chi ne sa più di loro. Ai cinesi dico che bisogna ritrovare l’orgoglio, l’ambizione e la gioia di essere il Milan. Con questi valori San Siro lo riempi. Noi passammo da 30 mila a 60 mila abbonati".