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Sampdoria, Torreira: “La fame è la mia forza e non penso ai soldi”

Il centrocampista blucerchiato: "Con i primi guadagni ho fatto un regalo a papà. Una macelleria, 'La 34', in onore del mio numero di maglia"

Redazione ITASportPress

Dopo l'esperienza a Pescara, Lucas Torreira è arrivato alla Sampdoria e Marco Giampaolo lo ha lanciato immediatamente nella mischia. Il centrocampista 1996 è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere blucerchiato e già diversi club hanno messo gli occhi su di lui. L'uruguaiano ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera; ecco i passaggi più significativi: "A casa eravamo sei fratelli: ogni giorno arrivavano cugini, amici, insomma era un gran casino... Così papà quando voleva riposare ci mandava tutti in strada a giocare a calcio. Mi è piaciuto, non ho più smesso e ne ho fatto una professione".

SAMPDORIA - "Io ci metto passione e fame, l’allenatore la fiducia in me. E se senti fiducia, non puoi che ripagarla".

PESCARA - "Nella Primavera del Pescara allenato dal fratello di Giampaolo facevo la seconda punta. L’idea di cambiarmi ruolo l’ha avuta Oddo, che guidava la prima squadra. Mi vede e mi fa: 'Da attaccante puoi arrivare al massimo in C, perché non provi davanti alla difesa? Sei cattivo, hai tocco, sai giocare verticale...'".

RUOLO - "Ho intuito che la svolta mi avrebbe cambiato la carriera. E mi sono applicato nel nuovo ruolo".

FAMIGLIA - "Con i primi guadagni ho fatto un regalo a papà. Una macelleria, 'La 34', in onore del mio numero di maglia. L’ho rilevata e ristrutturata: papà è il capo, i miei fratelli collaborano".

FUTURO - "Un giorno vorrò fare qualcosa per la mia squadra: magari il presidente, e aprire una scuola calcio per rendere ai bambini quello che ho avuto la fortuna di trovare io".

MERCATO - "Ferrero dice che valgo 50 milioni? Io voglio sempre migliorare: ora c’è la Sampdoria, il resto non mi tocca. Vengo dalla fame e dalla polvere, non mi condizionerà mai un il prezzo di un cartellino".