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IL MISTER

Allegri: “Juventus pensata in un altro modo. Personalità? Qualcosa manca”

Juventus Allegri
Il tecnico della Vecchia Signora sul momento tra campionato e Champions League.

Redazione ITASportPress

Intervista al Corriere della Sera a Mario Sconcerti per il mister della Juventus Massimiliano Allegri. Il tecnico  bianconero ha parlato del momento della sua squadra tra difficoltà in campionato e in Champions League.

MOMENTO - "Sono molto dispiaciuto per questa situazione e mi chiedo spesso se ho commesso errori. La prima risposta che mi viene in mente è che la Juve era stata pensata in un altro modo. Con Rabiot-Paredes-Pogba a centrocampo più Locatelli a fare il primo che subentra. Di Maria e Chiesa sulle fasce, Vlahovic nel mezzo. La Juve di adesso è virtuale", ha detto Allegri. "Lo so che manca chi sappia inventare negli ultimi trenta metri, ma avevamo preso Pogba e Di Maria per questo. E stiamo valorizzando Miretti, il più adatto in quel ruolo tra quelli che ci sono. Ma non è Pogba. È un 2003". "Problema di personalità? Qualcosa manca. Ci fermiamo presto. Questo è compito mio, stiamo lavorandoci ogni giorno. Molti errori però sono tecnici".

GIOCO - Sulle questioni relative al gioco della Juventus: "Ho visto con interesse su Sky l’intervista di Carlo Ancelotti a Paolo Condò. Ha detto che dopo aver perso le prime due partite, ha chie-sto alla squadra di abbassarsi venti metri e aspettare lo Shakhtar. Il Real, capite? Hanno vinto 5-0. Il Psg perdeva 1-0 in Israele, poi hanno segnato Messi, Mbappè e Neymar, non tre chiunque. La qualità sta sempre nei giocatori, non negli schemi. Un buon allenatore deve prima di tutto pensare ai giocatori. Io adesso ho mezza squadra titolare fuori. Mezza squadra esatta. Dopo il Benfica mi sono fermato a parlare con Rui Costa, non avrei smesso più. Mi diceva che oggi il calcio è rovesciato, se un giocatore fa un buon passaggio è già un fenomeno. Se fa un lancio di quaranta metri, doppio fenomeno. Me nel calcio deve essere normale passare bene la palla, saperla lanciare. Oggi si scambia la regola per l’eccezione. Non può essere così. Io adoro la qualità dei miei giocatori, li ho cercati e voluti. Non ho schemi prestabiliti, adatto il gioco alle loro qualità. Non sono un fenomeno per questo, è mestiere".

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