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Berthold: “Calcio italiano privo di spettacolo. Juve dovrebbe ripartire dai dilettanti”

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Le dichiarazioni dell'ex campione del mondo con la Germania ed ex della Roma

Redazione ITASportPress

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Thomas Berthold, ex calciatore, tra le tante, di Roma a Bayern Monaco.

Parere su Napoli-Roma? Confronto tra due giochi diversi? "Gli azzurri sono favoriti per il loro dinamismo e per la capacità di far gol. Non mi piace l'atteggiamento difensivo di Mourinho. Sono per un calcio divertente, in grado di stupire il pubblico, anche all'avanguardia. Un gioco decisamente differente da quello espresso da Mourinho. Non seguo molto il calcio italiano. Ho visto l'ultimo derby romano ed ho notato poco spettacolo. Questo è il difetto del calcio italiano. In altri campionati sono diversi i ritmi di gioco, come anche le ingerenze degli arbitri, i quali non fischiano tanto e non si interrompe spesso l'andamento delle gare".

Napoli dei record: giudizio sul campionato degli azzurri? "Sono sorpreso dal distacco del Napoli in classifica dopo la prima parte di stagione. Gli azzurri sono superiori nel gioco rispetto alle rivali, questo fa la differenza. Il Napoli tenta sempre di far gol; negli altri campionati regna l'equilibrio, non come in Serie A, dominata dalla squadra di Spalletti".

Cosa si pensa all'estero circa la questione Juve? "Nel complesso il calcio italiano, politicamente parlando, ha perso tanto perché sono stato un mese in Qatar ed ho notato anche lì alcune differenze. Anche in quel paese si riuniscono membri importanti per discutere circa determinate tematiche. Non sarà agevole per l'Italia vincere la candidatura per ospitare l'Europeo 2032. La situazione della Juve mi fa pena, in un altro campionato si ripartirebbe dalla quinta divisione perché comanda la Lega. Questa è una netta differenza con la Serie A, perché vengono acquistati i diritti televisivi. Quest'ultimi e i soldi sono gestiti in modo errato nel calcio italiano, poiché non viene effettuata una distribuzione equilibrata nelle diverse categorie, anche quelle inferiori. E come si fa a sviluppare il calcio italiano se non sono poste delle fondamenta per la crescita futura dei giovani e dei differenti campionati?".

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