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Intervista Acquafresca: “Genoa, nessuna rivoluzione. Gilardino è garanzia in A”

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A Itasportpress le parole dell'ex attaccante
Redazione ITASportPress

In merito al campionato esaltante del Genoa, ai microfoni di Itasportpress.it è intervenuto l'ex attaccante Robert Acquafresca.

Se lo sarebbe immaginato il suo ex compagno al Bologna Gilardino allenatore?


“Assolutamente no. Giocavamo insieme a Bologna e non mi aveva mai paventato nemmeno l’idea. Stesso discorso per Palladino: per me è il tecnico rivelazione della Serie A”.

Cosa prospetta dal suo Genoa in Serie A?

“Alberto conosce molto bene la massima serie. Ha vinto trofei con il Milan, ha lottato per qualificarsi in Europa con la Fiorentina e ha lottato per la salvezza con il Genoa e con noi al Bologna. Rispetterà sicuramente tutti gli avversari, ma cercherà di imporsi. Una cosa è certa…”.

Ossia?

“L’organico non deve essere stravolto, ma deve essere rinforzato. Su questo la società dovrà essere abile a mettersi a tavolino con Alberto e capire come fare. Ma, sicuramente, lo avranno già fatto. L’obiettivo deve essere la salvezza. Poi si vedrà”.

Ha avuto Allegri al Cagliari: come si spiega le tante difficoltà che ha riscontrato in bianconero nella stagione corrente?

“Ho sentito dirgli che avrebbe sfidato chiunque a trovarsi in questa stagione al suo posto. Secondo me ha ragione. Tutto quello che è capitato intorno alla società ha influito psicologicamente sulla squadra. Non si poteva fare meglio di così in quelle condizioni”.

La proposta di gioco della sua Juve non è stata tuttavia decisamente esaltante…

“Credo che il mister abbia le spalle larghe abbastanza per difendersi dalle critiche da solo. Cosa vuol dire giocare bene o male? Affronti le partite in base agli avversari che ti trovi davanti. A volte conviene, tatticamente, difendersi e basta”.

Al Cagliari eravate più offensivi. Per quali ragioni ha cambiato la sua mentalità nel tempo, ergendosi a paladino del “risultatismo”?

“Sono passati più di dieci anni, il calcio è diverso. Non si possono fare paragoni. Noi eravamo un gruppo di giovani spensierati, non avevamo obiettivi o pressioni. Logico che, quando passi al Milan o alla Juve, le cose cambiano”.

Ha cominciato la sua carriera con l’Inter: cosa si aspetta dall’imminente finale di Champions?

“Io ho sempre sostenuto Simone (Inzaghi ndr), uno degli allenatori più sottovalutati in assoluto. La sua Inter esprime un gioco esaltante e meritano la finale a cui si sono qualificati. Mi auguro la vincano: sarebbe il coronamento di un percorso perfetto”.

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