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Serie A

Juventus, bruciati 554 milioni in 3 anni e parte la cura dimagrante

Juventus Arrivabene Nedved Agnelli
Le cause di questo sprofondo rosso bianconero

Redazione ITASportPress

Il Consiglio di Amministrazione di Juventus Football Club S.p.A., riunitosi ieri sotto la Presidenza di Andrea Agnelli, ha, inter alia, approvato il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2022, che sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti, prevista il 28 ottobre 2022, in unica convocazione, presso l’Allianz Stadium. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti un piano di compensi basati su strumenti finanziari denominato “Piano di Performance Shares 2023/2024- 2027/2028” e la proposta di autorizzazione all’acquisto e disposizione di azioni proprie. La Juve deve fare i conti con una perdita al bilancio pesantissima: ieri il Cda bianconero ha certificato il meno 254,3 milioni da record. È il quinto esercizio di fila in nero. Come se non bastasse, arriva anche la sanzione Uefa per razzismo.

La Vecchia Signora in rosso - Come riporta oggi la Gazzetta dello Sport, a far precipitare i conti della Vecchia Signora sono stati i risultati sportivi deludenti e gli errori nelle scelte tecniche che hanno fatto il resto. Dopo la ricapitalizzazione da 300 milioni di fine 2019, immaginata per ben altri scopi, gli azionisti sono dovuti intervenire nuovamente per tappare i buchi: i 400 milioni immessi a dicembre sono serviti per ripristinare il patrimonio (169 milioni al 30 giugno 2022) e per abbattere i debiti (153 l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2022 dopo aver toccato quota 464 nel 2019). La Juve, a differenza di altri club, è solida e gode di una proprietà liquida e pronta a supportarla. Un privilegio di questi tempi. Resta, però, prigioniera di un disequilibrio gestionale che va superato.

I tagli - Annunciata la cura dimagrante: un piano di compensi basati su strumenti finanziari, riservato ad amministratori e dirigenti, implicitamente è un atto di responsabilizzazione dei manager: in tempi duri come questi è necessario «allineare gli interessi dei beneficiari con quelli degli azionisti» e, quindi, legare ancor di più le remunerazioni ai risultati economici del club.

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