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Ribery: “Tifosi e Serie A, ecco cosa mi ha convinto a restare alla Salernitana…”

Ribery
L'esperto francese e la voglia di fare bene in una piazza calda come quella di Salerno.

Redazione ITASportPress

Franck Ribery si racconta a 360° a La Gazzetta dello Sport. Il francese, leader carismatico e tecnico della Salernitana, ha affrontato diversi temi legati alla sua esperienza nel club soffermandosi soprattutto sui motivi che lo hanno spinto, prima ad accettare la proposta della società e poi anche a rimanere.

VOGLIA - "Sono fiero di me, la passione è una inesauribile fonte di energia. Ho 39 anni, ma spero di andare avanti ancora. Quando ero bambino, restavo a giocare fino alle 2 del mattino per le strade del quartiere. E oggi Ribery ha ancora la stessa voglia del bimbo Franck", ha spiegato molto bene il francese.

SALERNO - "L’Italia mi è sempre piaciuta: la mentalità, la lingua, il cibo. Firenze è meravigliosa e ha un pubblico incredibile. E poi Salerno... Ho trovato grande affetto: qui vivono tutti per il calcio. Quando non vinciamo vedo la tristezza negli occhi dei tifosi e mi dà fastidio. Io non sono tanto bravo ad accettare le sconfitte, non ho mai imparato. L’anno scorso ho capito che la situazione era difficile e ho fatto di tutto per raggiungere la salvezza. È diverso dalla vittoria di una coppa, ma le emozioni sono immense: quell’impresa resterà per sempre nel mio cuore".

LEADER - "Io voglio bene a tutti. Nello spogliatoio parlo e cerco di dare l’esempio. Un piccolo dettaglio fa la differenza. Ci sono ragazzi che si intristiscono per un passaggio sbagliato e allora intervengo io. Abbiamo anche la fortuna di avere un grande allenatore: Nicola è il top. Vive per il calcio, è sempre motivato". Sulla permanenza a Salerno: "Come mi ha convinto Iervolino a restare? Non ne ha avuto bisogno. Quando vedo una persona come lui, che trasmette fiducia e concretezza, io vado avanti sereno".

PASSATO - Diversi altri temi affrontati nell'intervista con la rosea come il Pallone d'Oro 2013 quando Ribery arrivò alle spalle di Cristiano Ronaldo e Messi: "Fu ingiusto. Quello fu un anno incredibile per me. Avrei dovuto vincere io. Allungarono i tempi di consegna dei voti, successe qualcosa di strano. Mi sembrò una decisione politica".

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