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La replica

Blessin: “Al Genoa Zangrillo non mi voleva. In Italia tanto catenaccio. A Marchetti dico che…”

Blessin
L'ex allenatore del Genoa molto critico nei confronti del suo ex presidente

Redazione ITASportPress

Il Genoa da quando sulla panchina siede Alberto Gilardino ha cambiato marcia. Ben dieci punti in quattro gare (battuto anche il Frosinone capolista e il Bari al San Nicola) con il mister che ha portato nuove idee tattiche, e grande empatia con il gruppo. Rilanciato un Grifone in difficoltà con l'ex Alexander Blessin. Proprio il tedesco oggi è tornato a parlare del Genoa e lo ha fatto al giornale teutonico t-online.  "Il periodo passato a Genova è stato molto intenso - attacca Blessin - . Sapevo dal giorno in cui sono arrivato che salvare il club sarebbe stato difficile visto che avremmo dovuto recuperare otto punti in sedici partite. Ma allenare in Serie A era un’opportunità molto interessante ed ho accettato anche perchè il Genoa è il club più storico in Italia".

Le difficoltà - L'approccio è stato buono: "Abbiamo stabilizzato la difesa in tempi relativamente brevi, e siamo stati la terza miglior difesa in queste 16 partite. Il match clou in quel periodo è stato contro la Juventus che abbiamo vinto ottenendo punti importanti per la salvezza. Purtroppo siamo andati in B. Quando sei retrocesso, sorge sempre la domanda: cosa vuole il club? E come inizi la nuova stagione? Era relativamente chiaro che avremmo continuato a lavorare insieme. Certo, retrocedere non è mai bello. Ho dovuto adattare la mia filosofia, che sostengo e con la quale avevo già avuto successo con l'Ostenda. In campionato ci sono tanti avversari che si difendono e tanti gol arrivano su calcio piazzato. Era anche chiaro che sarebbe stato un calcio diverso. Ho dovuto adattare la mia filosofia».

La Serie B Blessin spiega come si è partiti "Dopo undici giornate il Genoa era secondo con 22 punti. Poi, però, un solo punto in quattro partite. Avevamo problemi in alcuni ruoli. Diversi giocatori chiave si sono infortunati, era dura sostituirli e ho chiesto tempo. Abbiamo dovuto cambiare continuamente. Quando le cose vanno male, perdi fiducia. L’ambiente era molto critico ed era difficile continuare a lavorare. Il presidente (Zangrillo, ndr) preferiva un tecnico italiano e difatti è stato l’unico nel gruppo che già non mi voleva in Serie A. Ecco perché ha costantemente esercitato pressioni e si è spinto all’esonero. La cosa più semplice è sempre licenziare l’allenatore. Chi fa questo lavoro, deve sapere che con la firma del contratto si rilasciano anche i documenti per il licenziamento».

La risposta A proposito dell'ex portiere Federico Marchetti (che lo ha fortemente criticato) questa la replica di Blessin: «Se un allenatore riesce a raggiungere il 70-80 % dei giocatori, allora ha già fatto un buon lavoro. Ci sono sempre giocatori che non si adattano. Ed è stato così per Marchetti. Era il terzo portiere e non mi piaceva il suo atteggiamento in allenamento. Non si metteva al servizio della squadra. Ho notato di tanto in tanto che questo giocatore sparava contro la mia filosofia di gioco. Il catenaccio è molto radicato in Italia. Ciò significa che una nuova filosofia di gioco si imbatte sempre in critiche, tra cui anche quelle di Marchetti. Ho dovuto prendere una decisione. Avevamo bisogno di giocatori che condividessero le nostre idee. Lui si è molto arrabbiato».

Blessin poi conclude con un suo bilancio sulla panchina rossoblù: "Col senno di poi, il bilancio per l’anno al Genoa è positivo. Ho acquisito nuove esperienze, molte cose positive, ma ovviamente anche cose da cui trarre tesoro. Ora sto riposando, e mi sto concentrando sul prossimo obiettivo. Avevo già un paio di offerte ma ho preso tempo. In Bundesliga? Vediamo, Ho imparato l’italiano e continuo a studiarlo. È divertente, e sarebbe un peccato rinunciare. È bello allargare sempre gli orizzonti».

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