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Pavoletti: “Sogno di tornare in A con il Cagliari. Ecco cosa abbiamo sbagliato in B”

Cagliari Pavoletti
L'attaccante racconta l'esperienza in Serie B in questa annata.

Redazione ITASportPress

29 punti in classifica e momentaneo ottavo posto con la Ternana. Non certo il campionato di Serie B che il Cagliari e i suoi tifosi si aspettavano dopo la retrocessione della passata stagione. Di questo e non solo ha parlato aLa Nuova SardegnaLeonardoPavoletti, bomber dei sardi, e leader della squadra.

Da riserva di lusso a centravanti indispensabile in questa annata: "Di indispensabile non c'è nessuno. Ci sono dei momenti che stai fuori e altri in cui diventi un giocatore più importante. Fa piacere dopo anni difficili. La mia voglia di dare un contributo al Cagliari c’è sempre stata, quello che desidero è essere utile alla squadra, anche se non gioco", ha precisato Pavoloso. "Se ho mai pensato di andare via? Mai. Forse l’anno dopo il secondo infortunio al crociato la tentazione c’è stata. I primi sei mesi giocavo col contagocce, poi è cambiato tutto. Dopo la retrocessione non era semplice, però non mi vedevo da altre parti".

Sull'arrivo di Ranieri: "Cosa ha portato? È una persona incredibile. Mai trovato un allenatore così. Con i risultati che ha ottenuto non sta sul piedistallo, si pone in modo umile, gentile, educato, ti fa venire voglia di dare il 110 per cento negli allenamenti e nelle partite". E ancora: "È un uomo concreto. La frase che mi ha colpito molto uno dei primi giorni è stata questa: “vi ho guardato e ora guardo la rosa, sono io che mi metto a vostra disposizione. Il mio compito è quello di mettervi nella condizione di giocare al meglio”. Questo ti rende un giocatore pensante in campo, il mister vuole che trovi la soluzione migliore in quel momento. È davvero un grande".

Sull'amore per la piazza, per la città di Cagliari e non solo: "Perché non sono andato via nonostante le richieste? Ho trovato una città in cui vivo bene, la mia famiglia è felice. Mi sono reso conto che la qualità della vita è importante per il lavoro. Questa città mi ha conquistato. Tante volte ne parliamo con mia moglie, non ci vediamo altrove".

Si passa al calcio giocato e alla classifica di Serie B: "Lasciar perdere la promozione diretta e pensare ai playoff visto il distacco dalla vetta? Anche su questo il mister è stato chiaro: la promozione diretta è al momento difficile, però è giusto provarci e non arrendersi. Vedremo che cosa succederà, noi puntiamo più in alto possibile. L'entusiasmo ritrovato può essere la spinta decisiva e ancora non abbiamo espresso tutto il nostro potenziale".

Pavoletti ha anche spiegato le difficoltà avute ad inizio anno: "Credo che la rabbia per la retrocessione non ci ha consentito di interpretare la B come avremmo dovuto. In questo campionato prevale l'agonismo, il gioco sporco. In certe situazioni devi buttare via palla, in altre temporeggiare. Le marcature devono essere più strette, più determinate. Quest'anno in B siamo considerati una “grande”, in A eravamo una “piccola”. Gli avversari contro di noi hanno grandi stimoli, per loro è motivo d’orgoglio batterci. Forse non eravamo preparati bene mentalmente".

Dopo aver parlato dell'essere diventato padre e degli elogi per Kourfalidis  paragonato in un certo senso a Barella, ecco Pavolosoammettere cosa sia accaduto nell'anno della retrocessione: "Credo che i due anni vissuti con l'acqua alla gola ci abbiano tolto tutte le energie. Dopo la grande cavalcata con Semplici verso la salvezza e una nuova rincorsa, alla fine è sparita la forza mentale, eravamo persone vuote, consumate".

Poi l'inevitabile sogno: "Ne ho realizzato tanti. Mi piacerebbe arrivare alla partita con la gioia di giocarla,senza troppe pressioni, ma non ci riesco. Ci lavoro ma sarà difficile togliermi la voglia di dimostrare sempre qualcosa. Mi piacerebbe essere spensierato. Credo sia scontato dire che sogno il ritorno in serie A con il Cagliari, è quello che si merita la nostra gente".

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