Spal, Tacopina passa da Oddo a Trump e la sua è una “mission possible”
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Il presidente scuote la squadra
Redazione ITASportPress
Confronto doveva esserci e confronto c'è stato. Nello spogliatoio prima del match contro il Cittadella il presidente della Spal Joe Tacopina ha scosso la squadra che ha reagito e vinto al Mazza. Non è stato il primo confronto in questa stagione, ma sicuramente il più duro. Purtroppo per la Spal, Tacopina a Cosenza non c’era e la squadra è tornata a recitare il solito triste copione ed è stata sopraffatta soprattutto nella ripresa da un portentoso undici calabrese. Tutto male.
Solito copione Il momento è quello che è e gli errori – e le prestazioni negative – si ripetono con una regolarità che non può più essere accettata a Ferrara. Massimo Oddo è stato chiaro con i suoi giocatori: basta cali di tensione, basta partite brutte. Nessun alibi, da ora in avanti tutti devono sentirsi in discussione e tutti devono dare di più. Il messaggio che Tacopina ha mandato al tecnico è stato rigirato anche alla squadra: la salvezza deve essere raggiunta a tutti i costi, questione di mentalità, da ritrovare. E va rivisto completamente l’atteggiamento, di squadra ma anche dei singoli. Mai più approcci molli, svogliati, senza anima come nel secondo tempo di Cosenza. Resettare tutto e ripartire con uno spirito nuovo, e con la fame di chi non vuole arrendersi mai. E dire addio ai cali di tensione. Perché le tre sconfitte nelle ultime quattro gare hanno fatto scattare ancora più forte il campanello d’allarme, alzando il livello di preoccupazione del club.
Vietato mollare L’’intensità della prestazione è stata clamorosamente insufficiente e non sarà più tollerato un simile atteggiamento della squadra, non nuova a prestazioni deludenti in questo 2023. Sulla testa e non solo, ora dovrà lavorare Massimo, che pretende un’inversione di marcia immediato. Sabato contro il Sudtirol al Druso vuole rivedere le facce giuste, gli occhi giusti. La vera prova del nove sarà la trasferta di Bolzano dove servirà un atteggiamento e un approccio alla gara diverso. Ecco perché ieri il tono di Oddo è stato più duro e perentorio di altre volte. Il diktat è “vietato mollare”, per non compromettere il lavoro di una stagione. Dalla reazione della squadra potrebbe dipendere anche il suo futuro alla Spal.
La voce del capo Dall'America intanto il patron Tacopina fa sapere che tornerà a Ferrara ad aprile visto che sta rappresentando l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump in alcune vicende giudiziarie. «Dobbiamo trattare tutti senza favoritismi nè pregiudizi», dice Joe Tacopina al Corriere della Sera in un incontro nel suo ufficio di Manhattan. «Nei casi in cui rappresento Trump, lo faccio perché è stato trattato ingiustamente, che Trump ci piaccia o no». A gennaio l’avvocato italo-americano Tacopina si è unito al team dei legali del tycoon. Da allora riceve mail di due tipi: «Grazie perché stai salvando il nostro presidente» oppure «Trump è un bastardo e anche tu». «Come avvocato non rappresenti sempre le figure più popolari e Trump è polarizzante — spiega —. Ma non sono un avvocato politico, non voglio rappresentare solo gente di destra o di sinistra». Sul tavolo tiene un premio che gli è stato consegnato dal reverendo afroamericano Al Sharpton per aver lottato per la riforma del sistema giudiziario per i più deboli.
I successi nel mondo del calcio Da circa trent’anni, Tacopina è noto per i successi in casi di alto profilo e controversi: tra i più citati, Michael Jackson, Joran Van der Sloot (per la sparizione della diciottenne Natalee Holloway), Amanda Knox, Chico Forti, i rapper Meek Mill e A$AP Rocky (il marito di Rihanna; l’avvocato ha cenato con loro, il bimbo e la nonna prima dell’ultimo Super Bowl). In Italia è noto come l’uomo che ha portato i soldi americani nel calcio: è stato vicepresidente della Roma, presidente del Bologna, del Venezia e ora della Spal. Racconta con orgoglio di essere il primo presidente di squadre promosse per tre anni di fila (il Bologna dalla serie B alla A e, nei due anni successivi, il Venezia dalla D alla B). È stato pure nominato Cavaliere di San Marco.
Con Trump Questo weekend i giornali americani scrivevano che Tacopina era in Florida per discutere del caso dell’attrice porno Stormy Daniels. Trump è stato invitato dal procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg a testimoniare davanti al grand jury che indaga sull’accusa di pagamenti fatti nel 2016 dal suo ex avvocato Cohen alla donna, per farla tacere su un incontro sessuale, il che potrebbe indicare la volontà di incriminarlo. Pagare Stormy Daniels in sé non è illegale; Cohen afferma che l’obiettivo era «influenzare la campagna elettorale». «Trump nega ogni rapporto. Che sia avvenuto o meno — dice Tacopina al Corriere della Sera — le leggi sui finanziamenti elettorali sono poco chiare e non testate. Inoltre Stormy Daniels avrebbe commesso estorsione. Sarebbe un caso ridicolo, senza precedenti e debole». Insomma un Tacopina che spazia dalle aule dei tribunali americani ai campi di calcio di Serie B. Lo fa bene anche se al momento è deluso della prova della sua Spal a Cosenza che ritiene non abbia dato tutto. "E' una squadra senza anima" ha ammesso ai microfoni di Itasportpress.