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Esclusiva

Südtirol, Poluzzi: “Dati per spacciati adesso sogniamo. Io a Bolzano oltre il 2024”

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Il portiere del Südtirol ha parlato a Itasportpress

Redazione ITASportPress

Uno dei protagonisti in Serie B del Südtirol che vola in campionato e che si trova al momento al terzo posto, è il portiere Giacomo Poluzzi. Esperienza alle spalle avendo 35 anni ma è tanta ancora la voglia di dimostrare di poter meritare questi palcoscenici e ambire a traguardi prestigiosi con il club bolzanino. Il portiere ai microfoni di Itasportpress.it ha fatto conoscere il suo pensiero sulla stagione in corso e sulle prospettive future.

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Una squadra di calcio molto spesso si rifugia dalle parti del portiere. Come va con i piedi?

"Con il calcio moderno si tende sempre più in fase di costruzione a sfruttare l'abilità del portiere per creare la superiorità numerica. Io in passato facevo l'attaccante e con i piedi ci so fare quindi mi trovo a mio agio"

Chi l'ha convinta a mettersi i guanti e ad andare in porta?

"E' stato il mio ex allenatore dei portieri Paolo Cimpiel un passato al Bologna. Quando giocavo alla Ceretolese una squadra di paese con i più grandi mi mettevo in porta e con i ragazzi della mia età giocavo in attacco. Poi un giorno Cimpiel mi disse che dovevo fare una scelta e decisi di fare il portiere"

Come mai le squadre italiane consegnano i guantoni agli stranieri, siamo messi così male?

"Probabilmente in questo momento si è deciso di dare più spazio agli stranieri cosa che non penalizza solo i portieri italiani ma anche gli altri ruoli. C'è un incentivo che parte dalla politica ad acquistare calciatori dall'estero per ricevere contributi. La scuola italiana dei portieri è al top, basti vedere in Serie A i vari Audero, Silvestri e Vicario che non giocano in top club ma sono forti. Anche in B ne abbiamo di italiani bravi come Caprile e Turati con un grandissimo futuro ma hanno bisogno di un percorso di crescita per ritrovarsi in Serie A. I portieri in Italia ci sono dunque, meritano più considerazione dai grandi club"

Quali sono i suoi modelli?

"Sono cresciuto nel mito di Buffon ma attualmente rubo qualche qualità a Vicario dell'Empoli bravissimo nell'attacco palla e nei pali. Poi è un portiere coraggioso e mi piace di lui la gavetta che si è fatto. Mi rivedo nel suo percorso anche se è più giovane di me. Poi un altro modello è Maignan del Milan. Mi piace la sua personalità, il modo di vivere la partita, il suo stare in campo e di essere propositivo senza subire il match"

A Bolzano si vive bene, no?

"Mi trovo benissimo. C'è qui una qualità di vita molto alta e la città è vivibilissima. Poi si sta iniziando a percepire un forte entusiasmo della gente nei nostri confronti e del Südtirol come società. Questo rende ancora di più Bolzano una città da vivere"

Dalla sua prospettiva che effetto le fa vedere i biancorossi lassù?

"Sicuramente nessuno si aspettava il nostro exploit soprattutto perchè siamo partiti male con tre sconfitte e tutti ci davano per già retrocessi. L'iniziale scetticismo poi è svanito e oggi ci rispettano. In questa squadra e in questa società ci sono dei valori che col tempo e con la bravura di tutti sono venuti fuori e siamo terzi meritatamente".

Quale considera il punto di forza della squadra?

"Il gruppo sicuramente, visto che lavora compatto verso un unico obiettivo senza personalismi ed egocentrismi e questo aspetto nel calcio è molto importante. Poi c'è una mentalità e una identità ben precisa data dalla società e anche questo spiega i nostri risultati"

Cosa le piacerebbe sentire su di lei a fine stagione?

"Che sono stato all'altezza di questa categoria visto che nel mio percorso non mi è mai capitato di essere titolare in B nonostante le buone stagioni in C. Alla Spal ero chiuso da Meret ed ho giocato poco. Nessuno mi ha mai reputato all'altezza della cadetteria e non so perchè.  Mi sono ritagliato uno spazio qui al Südtirol con fortuna e bravura ed essendo la mia prima esperienza in B a fine torneo essere giudicato all'altezza di poterci stare mi farebbe piacere"

Ad agosto 2020 le hanno detto: «C’è il Sudtirol»…

"La trattativa è nata a maggio del 2020 e dissi al mio agente, che già aveva parlato con il ds Bravo, che sarei andato subito senza guardare troppo all'aspetto economico. La mia volontà era chiara e precisa e credevo in questo progetto perchè sapevo che avrei trovato l'ambiente giusto per arrivare in Serie B e che ci sarei arrivato vincendo il campionato di C da protagonista"

Il suo sogno professionale qual è?

"Ottenere il massimo dalla circostanze che capitano. Qualche soddisfazione me la sono tolta e continuo ad essere motivato e stimolato dal poter raggiungere diversi obiettivi qui. Siamo partiti per la salvezza e adesso cercheremo di alzare l'asticella per ottenere il massimo. Sognare è possibile"

Contratto fino al 2024, da Bolzano non si muove giusto?

"C'è la volontà da parte mia e della società di continuare insieme"

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