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Serie D, Sibilia: “No al ritorno della Serie C2. Cristallizzazione classifica scelta giusta”

Sibilia LND (Getty Images)

Cosimo Sibilia, intervenuto alla trasmissione "Sportinoro", ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Redazione ITASportPress

C'è grande fermento in Serie D con 36 club in rivolta contro la Lega per la decisione di cristallizare la classifica e far retrocedere le ultime 4. Sul tema della riforma dei campionati è tornato ad esprimersi Cosimo Sibilia, presidente della LND. Ecco quanto dichiarato alla trasmissione 'Sportinoro' e ripreso da Tuttoseried.com: “Sono fortemente convinto che in Italia 100 squadre professionistiche siano troppe, il sistema calcio non le regge più. Quando sono stato contrario al commissariamento del CONI ho appoggiato l’attuale presidente della FIGC e nel nostro programma c’è appunto la riforma dei campionati. Col decreto governativo recentemente rilasciato abbiamo un’occasione unica per metterla in atto, abbreviando i termini. Il tema era già oggetto di discussione prima dell’emergenza sanitaria ma sarà ripreso nel prossimo Consiglio Federale, anche perché riteniamo che questo passaggio non sia più procrastinabile. Ovviamente non accetterò mai qualsiasi proposta che vada a penalizzare la Serie D. Ad esempio, se oggi per arrivare in A dalla D bisogna scalare tre categorie, non sarei disponibile a discutere dell’aggiunta di un’altra serie per raggiungere questo obiettivo. Siamo consapevoli che per il bene comune ogni lega deve sacrificarsi, ma non possono chiederci l’inserimento di un altro gradino a quella che è la normale scala tra le categorie”. E sulla cristallizzazione delle attuali classifiche (in attesa dell'ufficialità), che ha portato alla promozione delle prime di ogni girone e alle retrocessioni delle ultime quattro ha aggiunto: “Pensiamo di aver adottato la scelta più giusta, poi se qualche società non è della stessa opinione può sempre presentare ricorso agli organi preposti. Se ci sarà un’autorità superiore che ci imporrà di agire diversamente, siamo pronti a fare non uno ma dieci passi indietro. La nostra è pur sempre una proposta al Consiglio Federale, che diventerà esecutiva solo con il voto dello stesso”.