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INCUBO FINITO

Signori innocente 10 anni dopo caso calcioscommesse: “Ho pensato a gesti estremi”

Beppe Signori (getty images)

Parla l'ex attaccante, finalmente reintegrato nel mondo del calcio

Redazione ITASportPress

"Sono passati dieci anni, precisi precisi. Il primo giugno 2011 mi accompagnavano in questura a Bologna, il primo giugno 2021 è finito tutto", inizia così il racconto di Beppe Signori al Corriere dello Sport dopo la fine di un incubo. Arrestato nel 2011 per il calcioscommesse e in seguito radiato dal mondo del pallone, l'ex attaccante può ricominciare finalmente a frequentare lo sport che lo ha visto per tanti anni protagonista a suon di gol e giocate.

Dopo essere stato assolto dalla giustizia ordinaria, Signori ha ottenuto la grazia da parte del presidente della FIGC Gabriele Gravina che, di fatto, lo ha riabilitato a proseguire la carriera intrapresa dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ovvero quella da allenatore col tesserino già ottenuto nel lontano 2010.

"La grazia è arrivata dopo due assoluzioni piene. Né manette né gabbio, grazie a Dio. Ho fatto quattordici giorni ai domiciliari e basta. La galera me l’hanno risparmiata. Ma risparmiare il carcere al boss dei boss non è forse una colpevole incongruenza? Una vicenda nata male, la mia", ha detto Signori.

I FATTI - "Ero soprattutto il volto dell’inchiesta. Duemilaundici, non c’era niente. Non c’erano Mondiali, né Europei. Un nome abbastanza noto in Italia e nel mondo che non fosse tesserato, il mio. C’erano tutte le condizioni per trasformarmi da mente, finanziatore e scommettitore nella faccia da mostrare al pubblico. Carne da macello. Io ho acquisito le intercettazioni, in 70mila registrazioni il mio nome non esce mai... Non ci sono".

BRUTTI PENSIERI - Una vicenda che per anni ha tormentato Beppe Signori che alle volte si è ritrovato a pensare anche al peggio: "Sono tanti i danni che mi ha procurato questa storia. Cicatrici enormi. Due anni fa mi è partito un trombo dal polpaccio che ha bucato il polmone. Mi sono ritrovato al Sant’Orsola sdraiato, intubato, perché stavo per schiattare. Ovviamente al trombo hanno concorso diversi fattori, però l’inchiesta ha contribuito a debilitarmi, insomma l’ho somatizzata. Le troppe sigarette hanno fatto il resto. Ho avuto dei grossissimi momenti di sconforto, in particolare all’inizio. Non dico che ho pensato a gesti estremi… O meglio, ci ho pensato, ma non ho mai preso in considerazione l’idea di farla finita. C’erano i figli, mia moglie, gli amici più stretti che mi sono stati accanto, alcuni dei quali sono venuti a mancare, i miei familiari, mia sorella".

FUTURO - Difficile dimenticare, questo probabilmente non accadrà mai, ma è arrivato il momento di andare avanti e nel suo futuro Signori vuole cercare il riscatto: "È già una vittoria rivedere il numero del tesserino da allenatore ottenuto nel 2010, pochi mesi prima dell’arresto. Volevo fare l’allenatore. Dietro una scrivania non mi ci vedevo. Oggi mi piacerebbe rimettermi in gioco, faccio la battuta: vorrei scommettere su me stesso".

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