gazzanet

Sollier, 70 anni contro: “Non rinnego il pugno chiuso. I calciatori di oggi crescono in batteria”

Parla il centravanti simbolo della lotta operaia degli anni Settanta

Redazione ITASportPress

Settant’anni contro. E non è ancora finita… Sabato 13 gennaio sarà il compleanno di uno dei personaggi-simbolo di un calcio italiano che non c’è più, Paolo Sollier.

Pensi a lui e la mente va al pugno chiuso che fece scandalo negli anni Settanta, ma pure a un centravanti di manovra, o di fatica. Pochi gol, tanto movimento per la squadra. Un Petagna, insomma: “Tecnicamente ero scarso, tatticamente un anarchico. Ma correvo tanto” ha detto Sollier intervistato da La Stampa.

Inutile girarci intorno, il Sollier che interessa di più è il personaggio, quello fuori dal campo. E allora…: “Io sarò sempre quel pugno chiuso, la conseguenza del mio percorso, di uno che ha iniziato nei movimenti cattolici del dissenso e poi è passato alla militanza politica. Io mi nutro ancora di ideali e oggi forse farei anche di peggio”.

Avanti insomma con la convinzione di chi ricorda e non rinnega: “A Perugia guadagnavo otto milioni all’anno, non ero ricco ma privilegiato. Con i miei soldi sostenevo il movimento, non facevo il rivoluzionario con il conto a Lugano. La vecchiaia è bruttissima ma io voglio viverla con lo spirito degli anni Settanta, quello delle degenerazioni e della violenza, ma la contestazione ha influito sul lavoro, la scuola, la famiglia e creato un futuro migliore”.

A chi ha in casa la foto del Che, per chi ha scritto due libri “contro” e aveva la tessera di Alternaiva Operaia, è chiaro che il calcio moderno, quello dei social, dei tatuaggi e delle vacanze ostentate, non va giù. Sollier non fa nulla per negarlo: “Il calcio di oggi allontana dalla realtà, poi non so se qualcuno nel privato agisca in altra maniera. Ma l’impegno politico è uscire allo scoperto, prendere posizione. E io non vedo niente di tutto questo. I calciatori di oggi crescono in batteria, non mi piacciono le scuole calcio, come nemmeno quelle di scrittura”.