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Sorrentino, un anno dopo il ritiro: “Dalla tv intuisco ancora dove vanno i rigori. E quello parato a Cristiano Ronaldo…”

Redazione ITASportPress

L'ex portiere si racconta a 360°

Un anno dopo il ritiro, due anni dopo il rigore parato a Cristiano Ronaldo nel match di tra il suo Chievo e la Juventus. Stefano Sorrentino si racconta e lo fa ai microfoni di gianlucadimarzio.com tra passato, presente e futuro, perché l'ormai ex portiere non ha alcuna intenzione di staccarsi troppo da quel mondo che gli appartiene.

Sorrentino si racconta

Parte dal passato Sorrentino per parlare della sua vita e da quella birra ricevuta direttamente da Lionel Messi che di recente ha spedito un "regalo" a tutti i portieri ai quali ha fatto gol: "Io ne ho ricevuta una", ha raccontato l'ex estremo difensore che nella stagione 2007-08 non riuscì a fermare il rigore della Pulce in un Barcellona-Recreativo Huelva. Un rigore che invece riuscì a fermare fu quello di un altro fenomeno del pallone: Cristiano Ronaldo: "Quella parata allo Stadium è stata la ciliegina sulla torta della carriera. Mi piace vederlo come l’applauso all’uscita da 25 anni di campo. Anche se purtroppo anche lì finì 3-0".

Era il 21 gennaio del 2019 e due anni dopo le cose sono decisamente cambiate: "La casa è diventata il mio nuovo spogliatoio. Solo che ora al posto dei compagni ci sono cinque donne: mia moglie Sara e le mie 4 figlie. Quando guardiamo le partite, si accendono sui rigori. Mi chiedono di indovinare dove tirerà chi li calcia. Ancora riesco a intuirlo. E loro mica credono all’istinto o alla lettura del corpo. Mi dicono cose tipo ‘vabbè ma lo sapevi’, ‘ma dai papà, lo conoscevi quello’. È difficile convincerle, ma è stupendo recuperare il tempo che ho lasciato per strada".

E ancora sui tempi legati alla vita del campo: "Non posso negare che mi mancano tante cose. La goliardia dello spogliatoio e i riti del giorno della partita. A volte mi comporto come se dovessi ancora giocare. Dico a mia moglie che dobbiamo pranzare, ma poi mi rendo conto che sono le 11 di mattina. Però godersi le domeniche a pranzo compensa tutto. Mi guardo intorno, vedo chi ho accanto e sono felice".

Una felicità che lo porta a guardare con fiducia al futuro: "Realizzerò presto qualcosa di importante e innovativo. È top secret, ma c’entrano i portieri", ha detto Sorrentino. Sto preparando il mio futuro. E lo sto facendo accanto ad un altro numero uno". Non si tratta di un portiere bensì del procuratore Federico Pastorello, suo ex agente, e adesso 'maestro': "È come se fossi un tirocinante. Cerco di carpire tutto: la calma, la pazienza e il focus sull’obiettivo. Sempre col sorriso. È una persona fidata e leale, cose che fanno la differenza sempre".

Ma il futuro potrebbe aprire anche porte ben diverse da quelle progettate e Sorrentino lo sa bene e si sta preparando ad ogni occasione: "Ho anche preso il patentino da direttore sportivo. Voglio essere pronto su ogni fronte". Un pensiero, infine, sulla sensazione di indossare ancora quei guantoni, vestiti per ben 632 volte in carriera: "Quando mi sono rimesso i guanti a settembre per la partita del cuore – da portiere della Nazionale cantanti – mi ha fatto un effetto strano. Non li sentivo quasi più miei. E infatti - fino a quando è stato possibile – giocavo con gli amici a calcetto da attaccante".