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Southgate sta con Henry e consiglia i giocatori: “Potrebbero lasciare i social anche loro…”

Southgate (getty images)

Il ct dell'Inghilterra sul razzismo sui social network e la decisione dell'ex stella dell'Arsenal di prendersi "una pausa" da Instagrame Twitter

Redazione ITASportPress

Aveva fatto scalpore la decisione di Thierry Henrydi lasciare i vari account social per un po' a causa delle continue forme di razzismo e bullismo che si stanno moltiplicando nei confronti dei giocatori ed, in generale, delle persone. Una scelta, quella dell'ex stella dell'Arsenal, che ha trovato la piena approvazione anche del ct dell'Inghilterra Gareth Southgate che ai microfoni di Sky Sports ha 'consigliato' a tutti i calciatori e alle 'persone in vista' di prendere in considerazione di fare come lui...

Southgate: "I calciatori potrebbero pensare di fare come Henry"

 Southgate (getty images)

"Il razzismo sui social e la scelta di Henry? Mi pare che le società che dovrebbero fare qualcosa per impedire le forme di discriminazione e gli insulti non si stiano ancora muovendo per impedirlo", ha esordito Southgate. "E per questo posso capire quando le persone decidono di abbandonare queste piattaforme".

"Anzi, credo che tutte le persone che potrebbero ricevere quel tipo di insulti e comportamenti dovrebbero pensare di abbandonare i social. Non solo le persone più in vista, ma anche i ragazzini che potrebbero essere allo stesso modo vittima di razzismo o altro".

Poi parlando a livello personale: "Quando sono in campo, cerco di staccare la spina da tutti i media esterni, il che non è eccezionale per stare al passo con quello che sta succedendo nel mondo. Ma il mondo è un posto più felice se non ricevo quella negatività che arriva dai social media. Quindi, ripeto, abbandonare i social credo sia una cosa che i nostri calciatori dovrebbero considerare".

"Penso che se parlassi con ogni allenatore del Paese, penso che una delle loro maggiori preoccupazioni sarebbe che i giocatori vadano nello spogliatoio dopo una partita e che vengano 'colpiti' nel momento di maggiore vulnerabilità leggendo certe cose sui social. Se lo fanno dopo una gara, stanchi e affaticati sono anche più sensibili".

 Henry, getty images
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