Nuovo look

Taranto, stadio Iacovone sarà riqualificato: pronti 35 milioni. Ecco come sarà

stadio Taranto
Presentato stamane, nel corso di una conferenza stampa, il nuovo piano di riqualificazione dello stadio Erasmo Iacovone di Taranto.

Redazione ITASportPress

Lo stadio di Taranto Erasmo Iacovone fu inaugurato nel 1965 e sostituì il vecchio stadio "Valentino Mazzola", non più adeguato alle esigenza sportive dell’epoca.Con i suoi circa 30.000 posti potenziali, è il terzo impianto più capiente della regione Puglia, nonché uno dei più grandi del sud Italia. Nel 1978, dopo la prematura scomparsa del calciatore della squadra cittadina, Erasmo Iacovone, lo stadio venne rinominato per commemorare il famoso centravanti, ancora oggi il calciatore più amato della storia del calcio rossoblù. Grazie a numerosi interventi di adeguamento e ristrutturazione, nel corso degli anni, il campo è stato sottoposto a radicali lavori di ammodernamento (realizzazione del terreno di gioco in erba sintetica, rifacimento spogliatoi, realizzazione di tribunetta di 300 posti a sedere e di impianto di illuminazione) che lo hanno reso omologabile sia per campionati di calcio fino alla serie D, che per altri sport quali il rugby e il football americano. Ma il futuro dello Iacovone è ancora più roseo.

PROGETTO DA 35 MILIONI - E' stato presentato stamane, nel corso di una conferenza stampa, il nuovo piano di riqualificazione dello stadio Erasmo Iacovone di Taranto. Numerosi i soggetti coinvolti nel progetto: dallo studio Gau Arenadell’arch. Gino Zavanella, che si è occupato della realizzazione, fino a Elio Sannicandro, direttore generale del Comitato Mediterraneo per l'organizzazione dei XX Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026. La conferenza è stata organizzata da Gruppo Gabetti e da Esperia Investor, che si occupano invece del progetto finanziario legato alla realizzazione dello stadio per un valore di circa 35 milioni di euro. Presenti Roberto Busso, amministratore delegato di Gabetti Property Solutions, Emiliano di Bartolo e Antonio Ferrara, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Esperia Investor.

Ospite d’eccezione, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Il restyling dello stadio verrà realizzato entro il 2026 per essere pronto ad accogliere i XX Giochi del Mediterraneo di Taranto. Il concept progettuale è “all'inglese”, sviluppato su una superficie di quasi 44 mila mq: non si tratterà di un semplice stadio, ma di un impianto multifunzionale nato per ospitare ogni categoria di evento sportivo nazionale e internazionale o evento di altra natura. Nelle aree incluse nel progetto potranno rientrare negozi, musei, ristoranti, alberghi, cinema, parcheggi, media center e palestre.

Uno stadio che risponderà ai criteri infrastrutturali delle massime serie nazionali ed europee (UEFA 4), i cui spettatori potranno vedere la partita in tribuna a soli 5,9 metri dal campo, mentre le curve a 7,4 metri. Vi sarà una copertura integrale, sale per meeting ed eventi, 20 Skybox, aree ospitalità VIP esclusive, circa 18mila mq di spazi commerciali, un centro medico di circa 700 mq, lo store e il museo della squadra. Tra le possibili attività commerciali: un hotel e un centro benessere, uffici e spazi di coworking, sale video ludiche, palestre, cinema.

Il progetto rientra nel piano di riqualificazione dell’intera città di Taranto che è articolato su diversi punti: recupero della città vecchia, bonifica e riqualificazione del quartiere Tamburi e di Porta Napoli, creazione di infrastrutture verdi per la forestazione urbana, nuove infrastrutture e progetti di mobilità sostenibile, giusto per citarne alcuni. La fine dei lavori è prevista per il 2026, in modo che lo stadio possa ospitare i Giochi del Mediterraneo che si terranno dal 13 al 22 giugno 2026. Attesi 3.432 atleti provenienti da 26 paesi, saranno ben 50 le strutture utilizzate per le gare (di cui 7 fuori provincia). 45 sono già esistenti, mentre 5 di nuova realizzazione (piscina, centro nautico, 3 impianti di quartiere per pallacanestro, ginnastica e allenamenti). Il nuovo stadio stimolerà un processo massivo di rigenerazione edilizia del patrimonio residenziale da affiancare ai progetti di riassetto urbano. Funzionerà come acceleratore di dinamiche economiche e urbanistiche, moltiplicatore di iniziative sociali ed economiche, oltre a riconvertire spazi vuoti e a valorizzare strutture esistenti e realizzarne di nuove.

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