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IL RACCONTO

Tardelli: “Con il Pisa vomitavo per l’ansia prima delle gare”

Tardelli
Il racconto dell'ex giocatore: dalla famiglia, con la madre che all'inizio non voleva che giocasse a calcio, fino all'ansia e ai gay nel pallone.
Redazione ITASportPress

Lunga intervista al Corriere della Sera per Marco Tardelli, storico ex calciatore e campione del mondo con l'Italia. Non solo pallone, fede calcistica e famiglia, per l'ex giocatore anche tanti passaggi molto personali.

Curiosa la risposta alla domanda su chi sia stato il suo avversario. Qui Tardelli ha parlato con grande onestà: "Mi reputo un uomo fortunato. Potrei dire mia mamma quando non voleva che giocassi a calcio, o le squadre che mi hanno rifiutato all’inizio. Con il Pisa il mio avversario era l’ansia: mi faceva rimettere prima di ogni partita", ha detto facendo riferimento agli inizi della sua carriera.


Si passa ai soprannomi: "Quale mi piace di più tra Coyote, Schizzo o Triglia innamorata? Sono simpatici tutti e tre. Il primo me lo aveva messo Bearzot perché non dormivo la notte e andavo a dar fastidio ai compagni. Schizzo è di Spinosi, perché ero molto magro. Triglia è di Nunzia De Girolamo, per gli occhi con la mia compagna".

Infine un passaggio sui gay nel calcio: "Perché non ci sono calciatori gay nella nostra Serie A?", gli si domanda. La sua risposta: "Beh, non è detto... Nessuno fa coming out? È vero. Ma non è una prova. Secondo me ci sono: è statisticamente impossibile che non ci siano. E comunque non vedrei il problema. Perché non lo dicono? Forse sentono che non è il momento, che non c’è il clima giusto. Ma il mondo attorno a noi è cambiato: non vedo perché non debba cambiare anche il calcio".

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