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Trezeguet: “Spero di iniziare presto carriera da direttore sportivo. Il calcio italiano cambi mentalità…”

Trezeguet (getty images)

Parla l'ex bomber della Juventus

Redazione ITASportPress

Sei anni da ambasciatore alla Juventus e adesso una nuova carriera da intraprendere. David Trezeguet si racconta ai microfoni di TMW nel corso dell'appuntamento con "A tu per tu". Carriera personale ma anche uno sguardo al calcio italiano ed europeo.

A tutto Trezeguet

 Trezeguet (getty images)

"Se mi dovete chiamare direttore? Per il momento va bene David (sorride, ndr), quando arriverà una squadra sarà più bello sentirmi chiamare in quel modo. Dopo sei anni alla Juventus come ambasciatore ho capito che il mio desiderio era quello di tornare in questo mondo nelle vesti di direttore sportivo. Spero di cominciare presto una nuova avventura. Aspetto una possibilità con tanta voglia e determinazione", ha detto Trezeguet.

"Il mio modello? Beh, ho vissuto il periodo di Luciano Moggi. Dal 2000 al 2006 era il nostro riferimento. Il suo modo di lavorare era molto interessante. Ora però i tempi sono cambiati. Credo che un direttore sportivo debba avere rapporto diretto con allenatore e giocatori. Credo molto nel destino, nel dialogo e nel cercare le soluzioni giuste". "Le caratteristiche che mi porterò dietro grazie alla mia carriera da giocatore? Il dialogo quando è aperto ti aiuta. Aver giocato ti fa entrare in certi meccanismi e ti fa capire più velocemente cosa succede in campo. Poi ottenendo risultati diventa tutto più interessante. A causa della pandemia bisognerà lavorare molto con i settori giovanili e badare anche alle situazioni economiche. I tempi sono stretti, contano i risultati. Bisogna trovare la sintonia giusta, ma credo molto nel lavoro".

"Dove inizierò la mia carriera da direttore sportivo? La Juventus è la mia storia, ovvio. Ma oggi sono più interessato a fare un mio percorso dove mi daranno la possibilità. Credo molto in questa nuova opportunità. Partire dal basso? Si. Anche qualche allenatore se non fa la gavetta giusta può avere delle difficoltà. Uno deve imparare con calma. Però se arriva una chiamata importante come fai a dire di no?". "In quale Paese? Il mio sangue è latino. Italia, Spagna e Francia sono i posti dove mi sono trovato in sintonia. Ma non chiudo a nessuna possibilità".

Sul calcio ed in particolare su Serie A Champions League: "La coppia Lukaku-Lautaro è quella più importante. Sono due giocatori che hanno segnato tanto, rispondono alle esigenze di Conte. E poi c’è Cristiano che continua a dimostrare la sua volontà e determinazione. Nessuno si aspettava il Milan a certi livelli, però sta dimostrando di essere competitivo. Il livello del campionato si è alzato di tanto, è più divertente". "La Juventus? Immaginavo che il percorso in Champions fosse diverso. In campionato ha avuto delle difficoltà, ha vinto la Super Coppa, dovrà giocare la finale di Coppa Italia. Entriamo in una fase calda: c’è il derby e poi il Napoli. La Juve deve qualificarsi per la Champions. E poi Pirlo continuerà a lavorare su una squadra che deve migliorare e questo credo sia abbastanza evidente".

E in generale un consiglio al calcio italiano: "Bisognerà cambiare la mentalità. Le squadre che puntano in alto a certi livelli non badano più al fattore casa o trasferta. Il calcio italiano pensa a gestire la partita. Questa è la differenza principale rispetto agli altri campionati".

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