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Watford, Britos: “Di Napoli conservo bei ricordi e un rimorso…”

L'ex difensore del Napoli, ai microfoni di tuttonapoli.net, ha parlato del suo passato nel club partenopeo e della sua nuova avventura al Watford

Redazione ITASportPress

Dopo sette anni vissuti in Italia, l'uruguaiano Miguel Angel Britos ha scelto di proseguire la sua carriera in Inghilterra, al Watford. L'ex difensore del Napoli, ai microfoni di tuttonapoli.net, ha parlato del suo passato nel club partenopeo e della sua nuova avventura in Premier League: "Con il Watford stiamo facendo una buona stagione, è una bella esperienza per me: abbiamo raggiunto la semifinale di FA Cup e in campionato siamo vicini alla salvezza. Nel gruppo c'erano tanti nuovi calciatori e devo dire che siamo soddisfatti per i risultati raggiunti: ora l'obiettivo è chiudere al meglio. Qui è tutto diverso. Il calcio è una festa e non sento la pressione che c'è in Italia: allo stadio si ascoltano meno insulti e l'atmosfera è più tranquilla. Quello inglese è un calcio più intenso, sia per la grande forza fisica della maggior parte dei calciatori, che per l’atteggiamento degli arbitri, che lasciano giocare molto di più. In Italia si fischia al minimo contatto. La Premier League però mi ha sempre attratto molto e quando si è presentata l’opportunità non ci ho pensato due volte. Avevo voglia di cambiare aria. Lasciare Napoli non è stato semplice, ma sentivo che era il momento giusto e ora sono felice”.

IL PASSATO AZZURRO -"Napoli è una città bellissima dove ho vissuto momenti indimenticabili e la voglia di tornare a visitarla c’è sempre: lo farò nei prossimi mesi, magari a settembre. Ma anche se sono lontano seguo tutte le partite, visto che le nostre partite non coincidono mai. .A Napoli ho vissuto quattro anni importantissimi per la mia carriera. Ricordi più belli? La prima Coppa Italia, quella del 2012, è un ricordo sempre emozionante. Erano tanti anni che il Napoli non vinceva niente, farlo con quella Juventus in finale è stato speciale. Così come tornare a batterla nella finale di Supercoppa italiana, a Doha, che ha rappresentato per noi la vendetta dopo quella persa a Pechino con tanti errori arbitrali. Segnare un goal alla Juventus al San Paolo è stato incredibile, non lo dimenticherò mai. Purtroppo la gara finì male e subimmo un goal in fuorigioco netto. Nel mio cuore ha un posto speciale anche Napoli-Borussia Dortmund, la mia prima volta in Champions League da titolare: ascoltare l'inno della Champions League a Fuorigrotta è qualcosa di unico in Europa. Il momento più brutto? Senza dubbio la sconfitta sul campo dell'Athletic Bilbao. Uscire così dalla Champions League fa malissimo, è stato un colpo davvero duro da digerire”.

LA TESTATA A MORATA - “E’ stato un errore grandissimo, un grande rimorso. Con Morata non c’era nessun problema, non ci siamo insultati durante il resto della sfida, ma in quel momento ho perso la testa. Ero nervosissimo per come stava finendo la stagione: ci siamo fermati in semifinale in Coppa Italia ed Europa League, in campionato la corsa per la Champions League era ormai complicatissima e il ritiro ordinato dal presidente De Laurentiis non aiutò a calmare gli animi. Un accumulo di stress che non mi fece più ragionare e causò quel gesto, del quale mi sono pentito un attimo dopo”.

DA MAZZARRI A BENITEZ, PASSANDO PER SARRI - "Mazzarri è tipicamente italiano, lavorava sulla tattica e puntava tanto sul contropiede. Con Benitez, invece, l’atteggiamento era un altro, con più possesso palla e difesa a zona. Sono due ottimi tecnici, unendo le loro caratteristiche formerebbero l’allenatore perfetto. Sarri? Ho lavorato un paio di settimane con lui e già dai primi giorni si capì che era un grande allenatore. Lavora benissimo dal punto di vista tattico, si concentrò subito sulla difesa, che l'anno scorso aveva sofferto qualche difficoltà di troppo. Introdusse sin dai primi giorni il drone, che è uno strumento importante: ci consentiva di osservare alla perfezione i movimenti della linea, questo col tempo dà un’organizzazione nella quale ogni elemento sa esattamente cosa fare in ogni situazione. Si presentò come un lavoratore umile, con le idee chiare. Piacque tanto la sua sincerità: si mostrò come una persona diretta, che ti dice in faccia quello che pensa. I calciatori vogliono questo".

GIUDIZIO SULLA STAGIONE ATTUALE DEI PARTENOPEI - Vedo benissimo il Napoli in quest'annata, è la squadra che gioca meglio in Italia, somiglia tanto al Barcellona. La Juventus però resta lì, ed ha dalla sua parte una grande abitudine a vincere e a gestire la pressione. Ma il vantaggio è di soli tre punti e mancano ben otto gare. Bisogna attendere un passo falso della Juventus e farsi trovare pronti, credo allo scudetto”.

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