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Zidane: “Sogno di allenare la Francia. Quella testata a Materazzi…”

Zidane
Parla l'ex campione francese tra passato e presente.

Redazione ITASportPress

Intervista a L'Equipe per Zinedine Zidane nel giorno del suo 50esimo compleanno. Tantissimi gli argomenti affrontati dall'ex calciatore e ora allenatore. In modo particolare vogliamo sottolineare le parole sul suo futuro, tra voglia di essere CT della Francia e la possibilità di allenare il Psg. Poi, non possono mancare, alcune precisazioni sulla "famosa" testata a Materazzi nella finale del 2006 della Coppa del Mondo.

SOGNO - Sulla voglia di allenare la Francia: "Se sarò ct? Lo sarò spero un giorno, ma il quando non dipende da me. Ho voglia di chiudere il cerchio con la nazionale. Da giocatore è stata la cosa più bella, il massimo, e quindi è una qualcosa che voglio fare. Dopo Deschamps? Adesso c'è una squadra con degli obiettivi. Se l'opportunità di presenta, io ci sarò. Non dipende da me, ma ho un desiderio profondo. La Francia è la più bella cosa di tutto", ha spiegato Zidane senza nascondersi. E sulla possibilità di guidare il Psg: "Mai dire mai, soprattutto oggi, da allenatori. Ma non è di attualità. Da giocatore avevo tantissima scelta. Da allenatore invece molto meno. Se prendo una squadra, è solo per vincere".

MATERAZZI - Impossibile non parlare anche del 2006 e della testata a Materazzi nella finale del Mondiale contro l'Italia: "Durante quella finale sono successe tante cose. Il cucchiaio su rigore, la parata di Buffon sul mio colpo di testa, e poi per me la cosa si chiude in quel modo, di cui non sono fiero". Il riferimento è alla testata al centrale azzurro: "Quel giorno mia madre era affaticata, non stava bene, magari nulla di grave ma ero preoccupato. Poi c'era la pressione e lui (Materazzi, ndr) incomincia a parlarmi non di mia madre, ma di mia sorella. Ha detto varie volte che non ha mai insultato mia madre: è vero. Ma ha insultato mia sorella, che in quel momento stava assistendo mia madre. In campo ci si insulta tutti si parlano, anche male. Ma quel giorno è andata così. Parlando di mia sorella Lila ha fatto scattare qualcosa e nel giro di un secondo è successo... . Poi bisogna accettarlo. Non ne sono fiero, ma fa parte del mio percorso".

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