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Zoff: “Oggi è tutto esagerato, la tensione, i gesti, i soldi. Persa la bellezza del calcio”

Le parole dell'ex c.t. dell'Italia in una lunga intervista a L'Espresso

Redazione ITASportPress

Dino Zoff non ha bisogno di presentazione. Quattro Mondiali (uno vinto, quello del 1982), 40 anni di calcio tra i pali e il ruolo da allenatore. Lunga intervista a L'Espresso: "Con mio padre non si parlava tanto, le regole erano quelle, se avessi trasgredito mi sarei ritrovato fuori dalla porta. La scelta era tra studiare e imparare un mestiere. E poi se c’era tempo, c’era anche il calcio. Perché era considerato un gioco, non un lavoro. Un gioco autentico".

BELLEZZA DEL CALCIO - "L’esaltazione di una singola vittoria, sbandierata in maniera esasperata, svilisce la sostanza del calcio. Gli fa perdere la bellezza. [...] Ci sarebbe bisogno di responsabilità, di avere comportamenti adeguati".

COERENZA - "Sono stimato dalla gente che non appare, la maggioranza silenziosa. Dal fornaio al professore, credo apprezzino la mia coerenza".

1982 - "Quelli sono stati Mondiali irripetibili. Facevamo gol su azione, uno spettacolo, una progressione inarrestabile. È stato un crescendo rossiniano. È diventato così sentito perché ha rappresentato il riscatto dei perdenti. Tutti dicevano a Bearzot che non c’era la squadra. Siamo un Paese che spesso non ha memoria. Già nel ’78 eravamo una grande Nazionale, se avessi giocato meglio io saremmo arrivati in finale. Quattro anni dopo però ci consideravano scarsi, insignificanti. È stata una rivincita della Nazionale e della nazione".

EURO 2000 - "Ho sempre accettato le critiche, ma in quell’occasione Berlusconi mi ha definito “indegno” e io mi sono dimesso. Secondo me se uno ha un piatto di minestra se non ha la dignità, non è un uomo. Diverso è se uno un piatto di minestra non ce l’ha perché in quel caso è sopravvivenza. Sennò anche se hai tutto sei nessuno".