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Benevento, Coda: “Ero sicuro di andarmene, ma De Zerbi mi ha dato un’altra possibilità”

(Getty Images)

L'attaccante classe 1988: "Eravamo diventati una barzelletta, il termine di paragone di un disastro. Ho un’immagine: un bambino che in aeroporto ci indica e diceal papà: “Sono quelli del Benevento, sono tutti scarsi…”

Redazione ITASportPress

Doveva lasciare il Benevento in questa sessione di calciomercato, ma Massimo Coda ha stupito tutti mettendo a segno tre gol contro Chievo e Sampdoria. L'attaccante classe 1988 ha rilasciato un'intervista a La Repubblica: "E ora non parto più, ovvio. Il calcio è strano. Ero sicuro di andarmene, quando De Zerbi mi ha dato un’altra possibilità. Sono uno che lavora tanto per la squadra. Prendo botte, presso l’avversario, torno a difendere. Chi mi vede giocare lo sa. Magari sotto porta arrivo stanco, poco lucido. Ma sapeste come brucia, per un attaccante, essere giudicato solo dal numero di gol. Che poi io neanche volevo fare il centravanti: ero un centrocampista, ma proprio perché segnavo tanto gli allenatori mi hanno spostato in avanti. Trequartista, seconda punta, poi punta centrale".

BENEVENTO - "A Parma avevamo l’alibi della società assente. Qui no, il presidente è sempre stato con noi, i tifosi sono stati eccezionali nonostante le sconfitte: era solo colpa nostra se ci trovavamo a zero punti. Non so spiegarlo: gli infortuni, la squalifica di Lucioni, molti episodi negativi dopo il 90’. Eravamo diventati una barzelletta, il termine di paragone di un disastro. Ho un’immagine: un bambino che in aeroporto ci indica e dice al papà: “Sono quelli del Benevento, sono tutti scarsi…” Ci serve un miracolo, ma almeno ci siamo dati una speranza. E che bellezza vedere questa gente che dopo mesi da incubo ha ripreso a sorridere. Qui mi chiamano Hispanico, dal Gladiatore. Dicono che è per lo spirito combattivo".