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MILAN, tra denaro e rimpianti. Lo scenario del no al Leicester per Niang

Il Milan ha rifiutato i 16 milioni offerti dal Leicester per acquistare subito Mbaye Niang. Ecco il punto della situazione e lo scenario futuro in casa rossonera.

Filippo Rizzo

La notizia ha appena avuto il tempo di infiammare il mondo del calciomercato, per poi dissolversi in un niente di fatto: è di ieri sera, infatti, la voce che il Leicester di Claudio Ranieri avesse offerto pressappoco 16 milioni di euro al Milan per acquistare subito Mbaye Niang. Sul momento è stata l’euforia a farla da padrona nel mondo rossonero: finalmente i fondi necessari per sbloccare il mercato e raggiungere il tanto desiderato esterno destro (El Ghazi il sogno, Susic l'alternativa); successivamente, tuttavia, è venuto il tempo delle riflessioni notturne, dei colloqui tra Galliani, Mihajlovic e, presumibilmente, anche delle telefonate al procuratore del giocatore. L’interrogativo - lo stesso che in poche ore aveva già diviso il web - che ha fatto fare le ore piccole a tutti i protagonisti della vicenda, con ogni probabilità, è legato alla valutazione dell’offerta proveniente dalla Premier: 16 milioni è il prezzo giusto? La risposta è arrivata, tempestiva, già questa mattina: "No, non lo è". Niang resta al Milan.

I VECCHI ERRORI- Volendo essere onesti, tra i sostenitori milanisti, erano più coloro che spingevano per la partenza dell’attaccante francese: i 16 milioni – 10 subito, 5 a giugno ed 1 di bonus – che sarebbero giunti nelle casse societarie avrebbero potuto riaprire un mercato malinconicamente impigrito e basato, ad oggi, esclusivamente sul timido tentativo di portare fin da subito a Milanello l’esterno argentino del River Plate Vangioni, con il quale c’è già un accordo per Giugno, essendo il giocatore in scadenza di contratto. Dall’altra parte, però, c’è chi ricorda al Milan gli antichi sbagli, i quali oggi vengono giornalmente pagati osservando in televisione le prodezze di uno strepitoso Pierre Emerick Aubameyang: fenomenale attaccante del Borussia Dortmund, svenduto dal Milan soltanto qualche anno fa e fresco vincitore del pallone d’oro africano. Il problema, se ci pensiamo, è proprio questo: i soldi offerti dal Leicester non sono pochi, tutt’altro: specialmente per un calciatore che non ha ancora raggiunto le 10 reti complessive in Serie A, infatti, 16 milioni potrebbero anche apparire eccessivi. Se, tuttavia, andiamo a guardare i prezzi che stanno circolando sul mercato per l’acquisto dei più importanti giovani europei,  ci accorgiamo di come la Juventus abbia venduto per più di 20 milioni Coman al Bayern Monaco ed acquistato per ben 10 milioni Mandragora dal Genoa, di come il Torino chieda ben 25 milioni per Maksimovic o, guardando all'estero, di come la trattativa per il giovane Martial abbia battuto ogni record con il suo milionario passaggio estivo al Manchester United. La chiave è tutta qui: il Milan pensa che Niang possa, un giorno, valere di più, specialmente in questo folle mercato.

IL SOSTITUTO- Alla base del momentaneo no della società rossonera, oltretutto, potrebbe esserci anche la difficoltà di reperire immediatamente sul mercato un sostituto dell’attaccante francese: Balotelli, infatti, oltre a non essere di proprietà del Milan, nella gara di Coppa Italia contro l’Alessandria è apparso notevolmente fuori forma, così come spaesato sembra essere Luiz Adriano, impacchettato e spedito in Cina e poi ritornato in Italia a causa di alcuni problemi contrattuali con il club asiatico. Non è difficile, inoltre, immaginare che questa notte Adriano Galliani possa aver sondato il terreno per capire l’effettiva possibilità di investire con successo i soldi offerti dagli inglesi: è possibile che i segnali provenienti dall’Olanda, sponda Ayax (club nel quale gioca El Ghazi, primo obbiettivo rossonero), non siano stati così confortanti e che l’amministratore delegato del Milan abbia preferito tenersi stretto il proprio attaccante titolare, sperando che un giorno possa valere anche più di quei 16 milioni offerti dal Leicester. Infondo, come si dice, si sa quel che si lascia, ma non si sa quel che si trova.