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L'appello

Catania, adesso basta! “Salite tutti a bordo c…”

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La rubrica sul Calcio Catania curata da Luca Allegra

Redazione ITASportPress

IL CAFFE' SCORRETTO DI LUCA ALLEGRA

Catania, adesso basta! “Salite tutti a bordo c…”- immagine 2

Non è facile tratteggiare con il giusto distacco il dibattito in corso a Catania a pochi giorni dall’ultima chiamata per la sopravvivenza dello storico club calcistico.

Non è facile in special modo ignorare il contesto kafkiano che si respira in una città ad un passo dal naufragio sportivo in cui tanta parte delle forze cittadine recitano a soggetto, improvvisando, dando pessima prova di sè e mostrando di non sapere svolgere il compito che le gravi circostanze richiederebbero.

Invece si sta a discutere sui massimi sistemi, ci si alambicca, si percorrono strade tortuose perdendosi in verbose amenità: il tutto mentre il naufragio si staglia all’orizzonte in tutta la sua tragicità.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” scriveva amaro Tito Livio quando sottolineava come la titubanza di Roma avesse determinato la capitolazione saguntina.

E dalle nostre parti -non siamo troppo distanti dai luoghi citati d’altronde - sembra stiano percorrendosi cammini analoghi. Tanti i protagonisti di questa sorta di commedia dell’arte recitata alle spalle di una comunità atterrita, confusa e per nulla persuasa dalla qualità del conversario e dallo spessore di taluni interventi.

Giorni fa ascoltavo un anchorman televisivo locale che dichiarava tronfio di essere pronto ad immergersi nei bassifondi del dilettantismo qualora fosse questo il triste epilogo per il club etneo. Arringare perentoriamente la folla davanti alle telecamere riferendo di non temere di dovere sfidare sul campo il Gravina od il Misterbianco -sia detto con rispetto - significa fare del populismo d’accatto, parlare alla pancia di molti tifosi che proprio alla fede cieca ed alla militanza più oltranzista si rifanno.

Magari un siffatto operato cagionerà facile consenso ma siamo certi sia questo il bene degli sportivi catanesi complessivamente intesi?

Non lo crediamo

Così come non credevamo ai nostri occhi osservando il signor Vullo - uno dei componenti della fantomatica Sigi - sedere bellamente in tribuna al fianco di tale Benedetto Mancini indicato da taluni quale potenziale acquirente della società etnea. Preferiamo astenerci da un giudizio compiuto sulle potenzialità del personaggio di cui sopra, invitiamo solo il lettore a googlarne il nome per farsi un’idea delle recenti performances dell’aspirante proprietario.

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Va da sè che forse gli ex “capitani coraggiosi” della Sigi non hanno ancora ben compreso che essendo essi stessi stati “il” problema per antonomasia giammai potranno essere parte della soluzione.

Neppure quali goffi tramite.

Non abbiamo potuto esimerci inoltre dal leggere e rileggere la replica che l’ex presidente del Catania Giovanni Ferraù ha inteso rivolgere ad uno dei candidati all’acquisto del club - Francesco Russo Morosoli - proprio a seguito di un’intervista a noi rilasciata.

Lungi da noi voler prendere le difese di quest’ultimo - non ci interessa in alcun modo, l’imprenditore nel caso replicherà pro domo sua - riteniamo vada oltre le soglie di qualsiasi logica, per non dire del buon gusto, che chi ha la responsabilità storica del fallimento del Catania salga su un pulpito a fare predicozzi di sorta.

Angelo Massimino - il giorno della seconda asta saranno trascorsi 26 anni dalla sua morte - si starà rivoltando nella tomba a leggere quanto detto da uno dei suoi successori (sic!) sulla plancia di comando del Catania.

Nel clima di sconcertante desolazione non può non accennarsi all’intervista- appello dell’assessore allo Sport Sergio Parisi che invita gli imprenditori ad investire in una città che “produce gran parte del pil isolano”. Una chiamata alle armi quella dell’esponente della giunta Pogliese in favore di un territorio che - dice testualmente- “continua ad avere straordinari poli di attrazione economica e sociale”

Trovando lunare l’ottimismo di un membro importante di una giunta peraltro decapitata del primo cittadino, ci candidiamo quali ciceroni per la città magari per un tour nei quartieri periferici dove si respira una sofferenza sociale che fa a cazzotti con la magniloquenza delle sorti e progressive etnee narrate dal Parisi e lo inviteremmo pertanto, con rispetto, a consultare i reali indicatori economici del nostro territorio piuttosto che sviolinare con un armamentario generico ed irrealistico che i fatti, purtroppo per noi e per lui, smentiscono cotidie.

Se fossimo la Silicon Valley italiana all’asta per il titolo ci sarebbe stata la fila non il deserto cui abbiamo tristemente assistito.

Il tempo della propaganda è terminato da un pezzo.

Come quello degli appelli a proprio uso e consumo che non costano nulla ed a nulla servono quando vengono fatti al solo scopo di lavarsi la coscienza fuori tempo massimo

Adesso è il momento della serietà e delle scelte inderogabili

Tra populismo a buon mercato, indebiti presenzialismi ed interviste di comodo ci sembra che si stia tristemente imboccando una strada senza sbocco.

Saluti preoccupati

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell'autore e non riflettono necessariamente la posizione di Itasportpress

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