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Catania, Astorina a ISP: “Il virus non blocca cessione club. Con Ghirelli sullo stop ma chi è primo in classifica va tutelato”

Astorina - foto sito ufficiale Catania

Per il presidente del Catania è difficile riprendere il campionato con questa situazione: la linea è quella di voler chiudere

Redazione ITASportPress

"Gianluca Astorina, neo presidente del Catania, ha concesso una lunga intervista a Itasportpress. Tra i tanti argomenti toccati, quello legato alla cessione del club che monopolizza l’attenzione dei tifosi. Il Comitato di una cordata locale, rappresentato da Maurizio Pellegrino che ieri è tornato a parlare della vicenda di acquisto del sodalizio etneo, giovedì ha mosso il primo passo ufficiale, l’offerta però è risultata poco convincente.

"CORDATA - Pellegrino è andato giù duro, dicendo che non sa si ci sono più i margini per trattare, che il valore del Catania è sostanzialmente quello. Il presidente Astorina a Itasportpress commenta così queste dichiarazioni: “Questa è un’idea loro e io la rispetto, c’è un patto di riservatezza, quindi trovo inesatto affermare che loro sono i soli interessati”. Poi sull'argomento, Astorina poi risponde così alle voci di imprenditori, non locali, pronti a rilevare il 51% del pacchetto azionario: “C’è un patto di riservatezza, non posso parlarne”.

"CONCORDATO, IL PREZZO LO FANNO I GIUDICI - Il club di Via Magenta, ha fatto una domanda prenotativa per concordato in bianco con la sezione fallimentare del Tribunale di Catania: “E’ un’operazione che viene messa in pratica in questi casi di difficoltà -afferma Astorina a Itasportpress - noi abbiamo fatto un piano che vedremo se verrà accettato. Il prezzo della vendita lo fanno loro, Finaria non decide”.

"STOP CAMPIONATI -“In questo momento è impossibile pensare di rincominciare: io come datore di lavoro, non mi assumo questa responsabilità, la situazione non è gestibile in questo momento. Non compete a noi decidere di interrompere. Il presidente della Lega Pro Ghirelli è stato lungimirante quando ha sospeso per primo il campionato”.

"STIPENDI E CASSA INTEGRAZIONE - Argomento di dibattito in ambito nazionale, è stato quello dello stipendio dei giocatori. Se in Serie A si va verso una soluzione dove ogni club andrà a riformulare l’accordo con i propri tesserati, la situazione per il campionato cadetto e la Lega Pro, è diversa. La proposta del presidente di Lega e di Gravina, è stata di introdurre la cassa integrazione per i giocatori con uno stipendio inferiore ai 50 mila euro lordi. Astorina la reputa una soluzione obbligatoria: “Non capisco perché il mondo del calcio è diverso rispetto alle altre aziende -sottolinea a Itasportpress - anche noi vogliamo usufruire di questo ammortizzatore sociale. Il ritorno delle quote delle fideiussioni ci sarà solo se il campionato viene interrotto. Se non viene fatta una manovra economica seria, l’80% delle squadre di terza serie rischia di scomparire”.  Il presidente del Catania richiama pure al sistema inglese dove la federazione britannica sta aiutando anche le leghe minori: “Chiediamo un aiuto dalla FIGC, così tutti rischiano di chiudere i battenti”

"COVID-19 E ACQUIRENTI - Secondo Gianluca Astorina non sarà la pandemia a fermare i possibili nuovi acquirenti del Catania: “Ci sono grandi aziende che non stanno risentendo del periodo difficile, in questo momento ci sono anche tante agevolazioni, sono convinto che quando finirà tutto si creeranno nuove opportunità. Noi stiamo lavorando molto per salvare il Calcio Catania, sono ottimista, aspettiamo nuovi epiloghi”.

"LA CAPOLISTA E L'INPS - Nella chiosa finale, il presidente del Catania Gianluca Astorina condivide il proprio pensiero sulla situazione attuale nel mondo del calcio italiano: “Muoiono mille persone al giorno e ancora alcuni pensano ai loro interessi come giocare, allenarsi e vincere il titolo. Non dobbiamo però mettere in discussione i risultati del campo: Benevento in B, Monza, Reggina e anche il Vicenza in C che sono prime con un largo scarto. Noi datori di lavoro, non ci possiamo assumere la responsabilità di far ammalare i nostri dipendenti. C’è anche poca chiarezza se qualcuno dovesse contrarre il COVID-19, l’Inps vuole pagati i danni perché è infortunio sul lavoro, l’Inail nega perché non è dato sapere dove il dipendente è stato contagiato. Vorrei capire questo tipo di cause, chi cavolo te le fa?”.

Ha collaborato Edoardo Sergi.

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