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CATANIA, avv. Giuliano a ISP: “La verità su Pulvirenti massacrato da chi lo ha adulato. Tifosi per l’azionariato fate così”

L'avv. Paolo Giuliano, ex dg di Siracusa e Messina, dice la sua, ai microfoni di Itasportpress.it, sul Catania

Redazione ITASportPress

"L’avvocato Paolo Giuliano, da sempre legato al mondo dello sport, è stato presidente del Priolo basket per 7 anni, una delle società più importanti dell'intero panorama del Sud Italia, come testimoniano una presenza ultraventennale in massima serie e la conquista di due scudetti ed un’Eurolega, ed ha ricoperto la carica di direttore generale e amministratore delegato nell'Us Siracusa dalla stagione 2004/05. Con il sodalizio aretuseo la vittoria del campionato di serie D e soprattutto nel 2012 il terzo posto in classifica e la sconfitta nei play-off promozione per la serie B contro il Lanciano. Di spessore anche l'esperienza maturata a Messina dove l'esperto dirigente ha ricoperto infatti la carica di direttore generale.

"Ai microfoni di Itasportpress.it, l’avvocato Giuliano parla dei suoi progetti futuri, ma soprattutto del Catania e del presidente Pulvirenti, facendo un'analisi approfondita che sicuramente farà discutere.

"Avvocato Giuliano, come trascorrono i fine settimana senza sport?

"Seguendo tre squadre, quelle in cui giocano i miei tre figli.... Ho così potuto conoscere meglio l’universo dei settori giovanili della mia città, in cui dominano la passione dei dirigenti e l’esagerazione di alcuni genitori, e pian piano insieme ad un amico esperto del settore abbiamo posto le basi per una vera e propria rivoluzione che tra poco sorprenderà non poco l’ambiente siracusano”.

"Non segue più i campionati di D e Lega Pro?

"Della serie D leggo, come tanti e non sempre, i risultati delle partite. Vedo le partite di B, tante, e alcune di Lega Pro. Ma la Premier League per adesso è la mia preferita”.

"Perché?

"Stadi pieni ovunque e in qualunque giorno, partite godibili, idee geniali di marketing, scommesse come fatto culturale. In Italia stadi a volte deserti, anche e soprattutto in A (che tristezza Olimpico e San Siro certe sere), con poche eccezioni, tra cui paradossalmente gli stadi di Lega Pro con Catania in testa, almeno nei primi mesi”.

"Che fare per migliorare la situazione?

"Tentare di favorire gli spostamenti dei tifosi con le famiglie in occasione delle trasferte, soprattutto quando, come ormai capita spesso in varie categorie, si gioca il sabato. Le società professionistiche dovrebbero creare un pool di hotel e ristoranti convenzionati ove, esibendo il biglietto della partita, i tifosi potrebbero ottenere sconti e benefici dedicati. Ovviamente le città baciate dal sole come Catania avrebbero molte più possibilità rispetto ad altre di diventare nei week end  meta turistico –sportiva di famiglie viaggianti in automobile (aerei e treni, cari i primi inesistenti i secondi, almeno al sud, lassamuli peddiri per ora.)”.

"A proposito di Catania che idea si è fatto di quello che è successo e sta succedendo ?    

""Premesso che non è mai facile ed elegante parlare di quello che succede ad altri, in questo caso mi permetto perché conosco un po’ persone e fatti. Per quanto riguarda gli ultimi anni ricordo quello che dissi a questa stessa testata giornalistica, evidentemente a ragione.., in tempi non sospetti e all’alba della prima stagione post “separazione storica” e cioè che i genitori Pulvirenti e Lo Monaco, bravissimi ognuno nel suo ruolo fino a quel punto, litigando avrebbero danneggiato soprattutto il figlio Calcio Catania. Così è stato, mi pare…Il resto, cioè la storia più recente, meriterebbe un’analisi più profonda."

"Analizzi pure…

""Sicuramente sono stati commessi degli errori da parte del Presidente Pulvirenti, non lo dico io, lo ha ammesso lui. Ora li sta pagando di persona insieme alla Città ed ai tifosi che, ovviamente, non sentendosi colpevoli di nulla fanno fatica a perdonare, e questo si può capire. Però da un punto di vista umano credo si stia esagerando a colpirlo quotidianamente, a mettere in un unico calderone fatti sportivi e fatti privati, a fare i facili moralisti, ignorando le proprie colpe e dimenticando obiettività (Pulvirenti ha anche fatto qualcosa di buono o no?) e senso della misura, tra l’altro tipico malcostume italiano. Prima, quando le cose andavano bene, “non volava una mosca”, non si leggeva una critica anche quando la società sbagliava palesemente qualche mossa di mercato o la squadra perdeva una partita in malo modo. E non credo proprio che la consegna del “silenzio” venisse dalla Società quanto da un’abitudine diffusa che al mio paese si chiama piaggeria. Dalla stagione della retrocessione in poi al Presidente non si è perdonato nulla, neanche la fumata del sigaro!"

"Ma i fatti di giugno scorso?   

""Gravi, scioccanti, non c’è dubbio. Retrocessione dalla B e penalizzazione in classifica in Lega Pro (o meglio B2) nell’arco di pochi mesi! Questa storia avrebbe distrutto qualunque società. Basti pensare alla fatica che ha fatto la Juventus per uscire da una situazione altrettanto grave. Invecedi defilarsiperòqualcuno ha deciso di rimboccarsi le maniche, di iscrivere la squadra, di creare un gruppo di lavoro che, con enormi e oggettive difficoltà, ha preparato in pochissimo tempo una stagione che definire a rischio è poco. Con risultati sul campo che dicono Catania a meno 7 dalla vetta... Tutto questo certo non basterà per una riabilitazione immediata, però è innegabile che altrove per molto meno il calcio è scomparso per anni, che sarebbe stato più facile mollare tutto e infischiarsene del futuro anziché iscrivere la squadra, mantenere la categoria e la matricola e quindi il “valore” Calcio a Catania. E poi se mi consentite c’è un altro aspetto messo sempre in poca luce…"

"Quale?

" "In Italia è difficilissimo trovare qualcuno che dopo aver fatto una cosa sbagliata la ammette e si dichiara pronto a pagare, anche se viene colto con le mani nel sacco! Nella vicenda “Treni del gol” invece non c’era alcun sacco, semmai un pacco. Questo in molti fanno finta di non saperlo. Il presidente Pulvirenti  raccontando quel che è successo non solo ha ammesso i propri errori (con giustificazione che potrà piacere o meno) ma anche indicato la strada che porta agli errori di altri. Che nessuno ha voluto percorrere questa strada però non lo dice nessuno, che comportamenti processuali come quello di Pulvirenti non se ne trovano tanti non lo mette in rilievo nessuno. Anzi molti colleghi del Presidente, rappresentanti delle istituzioni sportive e addetti ai lavori hanno assunto il ruolo di feroci censori. Ma se si dovesse applicare alla vicenda il dogma evangelico “chi è senza peccato scagli la prima pietra” voi non pensate che Pulvirenti uscirebbe senza un graffio dalla relativa lapidazione?"      

"Gli ultimi fatti giudiziari di certo però non aiutano a vedere un futuro roseo per il Catania..

""In Italia funziona così purtroppo. Indagini, avvisi di garanzia e arresti equivalgono a sentenza di condanna, a patente criminale conseguita e ineliminabile. Si parla incessantemente della  vicenda e del mostro per qualche giorno con dovizia di particolari e titoloni. Poi quando finiscono le esigenze cautelari o si scopre che non vi erano i presupposti per applicarle, quando si dissequestra ciò che è stato sequestrato e, soprattutto, quando arrivano le assoluzioni l’attenzione scema, la dovizia finisce, ma il danno è ormai fatto. In sostanza manca l’equilibrio, come sempre. Io da operatore del diritto invece ho una interpretazione diversa, non essendo stata emessa alcuna condanna, e soprattutto vedo due garanzie. La prima è rappresentata dal fatto che le indagini sono state svolte con animo imparziale, competenza, capacità di analisi. Ma per capire meglio chi è responsabile di cosa, o addirittura vittima, si deve per forza aspettare che almeno scenda in campo la seconda garanzia, ovvero la difesa dell’indagato, che in questo giorni è al lavoro…E state certi che anche su quell’aspetto che tanta impressione ha suscitato in chi non è abituato a certi termini, ovvero il cosiddetto “stato di decozione” in cui verserebbero le aziende del Gruppo, a breve arriverà una risposta circostanziata dagli esperti di parte."

"Quindi secondo lei i tifosi del Catania non devono essere pessimisti?

""Diciamo che devono sforzarsi di essere ottimisti, ma la mia rimane ovviamente una valutazione personale. Allo stato attuale è oltremodo pericoloso lasciarsi andare al cupo pessimismo, colpendo tutti e tutto. L’attuale staff dirigenziale ha fatto il possibile per allestire una buona squadra, risolvendo contratti pesantissimi e scongiurando una grave deriva economica, con l’assillo del poco tempo a disposizione. Oggi però il detto staff paga evidentemente un prezzo salato, che è quello di dover fare i conti con tifosi la cui pazienza è praticamente finita. Ma il rischio che si corre a prendere tutti di mira, allenatore e capitano in primis, è quello di creare un clima di tensione negativa e quindi i presupposti per un altro finale da brividi di cui nessuno, credo, sente il bisogno. E dalla D non si esce certo per il blasone ma dopo dolorosissimi bagni di sangue. E se qualcuno pensa che la D sia il male necessario per potersi liberare dell’attuale proprietà si sta solo tirando martellate nelle parti intime.. Anche perché, pur essendo la società in vendita, non mi pare che all’orizzonte ci sia la fila di interlocutori seri, con garanzie serie. A meno che non si voglia la cessione a tutti i costi, al primo Manenti che passa. Con un ultimo po’ di pazienza, stando vicino alla squadra fino alla fine, i tifosi invece troveranno un Catania fortissimo ai nastri di partenza della prossima stagione.. professionistica. Come diceva Edoardo “deve passare la nottata”.. E poi si vedrà"

"Che idea si è fatto sul ruolo della politica nelle vicende calcistiche e cosa ne pensa dell’azionariato popolare?

""La politica, e parlo per esperienza diretta già vissuta a Siracusa, ha spesso un approccio forzato a simili vicende. E tante volte l’intervento se c’è è inquinato da fattori che nulla hanno a che vedere con il calcio, senza considerare che tanti cittadini pensano che la priorità spetta alla soluzione di ben altri problemi. Per quanto riguarda l’azionariato popolare ne sento sempre parlare ma quasi mai si realizza nulla. I tifosi del Catania secondo me possono tirar fuori una grande occasione da questo difficile momento. Quella di costituire un soggetto giuridico, con nome italiano anziché svizzero o sudamericano, e presentarsi allo Studio Legale incaricato con la proposta di rilevare una quota del Catania del 10% o 20%. Altrove già succede e ci sono rappresentati dei tifosi che siedono nel CDA di importanti società. Catania da questo punto di vista potrebbe aprire una strada ed essere all’avanguardia, i tifosi potrebbero cominciare a capire dal di dentro quanto è difficile amministrare una società sportiva, partecipare ad alcune decisioni, comprendere meglio che non solo nella vita ma soprattutto nello sport  la fortuna e la sfortuna non si muovono da sole ma spesso sono le azioni umane ad attirarle…E così facendo si fa la storia, si fanno fatti, anche partendo dal grado di socio di minoranza (oggi in fondo anche Moratti e, forse, Mr Bee hanno accettato tale ruolo ..). E per la raccolta dei fondi necessari mi permetto pure un suggerimento: solo chi verserà la quota stabilita dal Comitato fondatore avrà diritto a seguire la squadra nelle trasferte a Cosenza e di cantare al ritmo di “chi non salta è….Cosentino”. Posso credere che saranno in meno di diecimila a Catania a volersi togliere ‘sta soddisfazione quando capita? "    

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