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Catania, azionariato popolare era unica via. I tre motivi per pensare che…

Catania, azionariato popolare era unica via. I tre motivi per pensare che…

Il club etneo aveva pensato di giocare la carta dell’azionariato popolare ma poi l'idea di Pagliara sfumò

Redazione ITASportPress

La Sigi, società proprietaria del Calcio Catania cerca nuovi investitori dopo aver perso una ghiotta occasione di cedere la totalità delle quote azionarie del club di via Magenta a Joe Tacopina che invece dopo un lungo tira e molla si è preso la Spal. Ben note le cause inutile tornarci. La Sigi ha chiesto ai tifosi rossazzurri dei soldi lo scorso mese per iscrivere il club al campionato raccogliendo circa 150 mila euro. Una donazione che non è certamente un'operazione ricorrente nel calcio e si espone anche a dubbi di natura legale. Forse sarebbe stato meglio provare (con tanto anticipo) la strada dell'azionariato popolare, un'operazione che solleva dei dubbi di fattibilità per le squadre di calcio italiane. Chi sta provando questa soluzione, è l'economista e tifoso dell'Inter Carlo Cottarelli. Il progetto è ora realtà. "Vogliamo portare avanti un grande progetto di azionariato popolare. Per rafforzare l’Inter con capitali forniti da noi tifosi, integrati da risorse di investitori istituzionali, in un quadro economicamente sostenibile. Già avviene in altre società gloriose, come il Bayern di Monaco" ha affermato il presidente di Interspac Srl. Cottarelli ha risposto oggi al giornalista Gianfranco Teotino che aveva sollevato molti dubbi sull'azionariato popolare in Italia.

SOSTENIBILITA' E STABILITA' -  Il Catania aveva deciso di giocare la carta dell’azionariato popolare in un momento delicato per il futuro del club etneo. L'idea fu lanciata da Fabio Pagliara la scorsa estate, ma non ebbe successo perché non fu approfondita. La Sigi lanciò la Catania Card ma fu un fiasco totale. Vista la passione dei tifosi, il progetto dell'azionariato popolare sicuramente avrebbe dato una spinta diversa visto che è un'operazione che era sostenibile economicamente.  Cottarelli ha spiegato oggi alla Gazzetta dello Sport, che ci sono almeno tre motivi per pensare che l’apporto di capitale fresco da parte dei tifosi possa aiutare la sostenibilità dei conti dei club calcistici.

I TRE VALIDI MOTIVI - Cottarelli ha spiegato i tre motivi per pensare che con i soldi dei tifosi si può sostenere il club: "Primo, in questo momento, tale capitale rimpiazzerebbe finanziamenti a debito contratti spesso a tassi di interesse elevatissimi, con un risparmio ingente di risorse. Sarebbe in sostanza, seppure attraverso l’intervento di un operatore esterno (i tifosi), un debt-equity swap, una componente tipica di un’operazione volta a rimettere in ordine i conti di società indebitate. Secondo, il capitale fornito dai tifosi è più stabile, il che facilita la pianificazione di medio termine (si pensi alla ristrutturazione o alla costruzione di un nuovo stadio). Terzo, pensiamo che l’azionariato popolare crei un legame più stretto tra tifosi e squadra, portando a entrate più elevate dalla vendita di biglietti, di prodotti e di pubblicità (come il caso del Bayern suggerisce). È appropriato il confronto con le società tedesche, visto che in Germania esiste l’obbligo legale, con qualche eccezione, dell’azionariato popolare? Nulla impedisce di fare volontariamente quello che in Germania è obbligatorio. Il fatto che in Germania l’azionariato popolare sia obbligatorio non impedisce di trarre conclusioni sui vantaggi economici che tale azionariato comporta, purché, ovviamente, le condizioni di entrata dei tifosi nel club siano appropriate". Alla luce di questa nota di Cottarelli si fa strada la sensazione che per il Catania sia stata una occasione mancata visto che amore, passione, dedizione e profondi sentimenti rossazzurri appartengono anzitutto ai catanesi.

 Catania Ferrau e Nicolosi
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