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Serie C

Catania, Baldini non ha ancora una squadra. I limiti strutturali e cosa manca

Foto Calcio Catania

La squadra di Baldini è partita male in campionato con due sconfitte esterne

Redazione ITASportPress

Stavolta a Pagani non si sono sentiti i tuoni in lontananza come negli anni scorsi, ma piove lo stesso sul Catania. Il temporale di ieri ha lasciato la squadra etnea a pensare ai suoi limiti e ai suoi dubbi. Quello più attuale: ha senso tornare sul mercato per prendere qualche svincolato? Da un lato, le perplessità tecniche: la spaventata e modesta Paganese (6 gol subiti in due partite prima di ieri) ha mostrato che questa squadra ha problemi in mezzo al campo, in attacco e davanti alla porta. Dall’altro, la realtà visto che i conti della casa, non permettono altri investimenti. Al momento in via Magenta sembra prevalere la scelta di restare fedeli al progetto, senza investire su giocatori senza contratto nonostante questo organico difetti in qualità e quantità. 

CAMMINO -  A volte questa squadra appare demotivata e quando non c’è motivazione ci sono anche poche idee. Va recuperato anche lo spirito combattivo che ha sempre caratterizzato il Catania vincente del passato.  Lontano dal Massimino il Catania ha subito un doppio k.o contro Monopoli e Paganese, nel mezzo la vittoria interna contro la Fidelis Andria che i gol se li è praticamente fatti da sola. La Paganese, in 10 uomini per quasi un tempo, non riusciva a saper giocare con la palla tra i piedi. Inoltre gli mancava tranquillità e serenità  e aveva un tecnico arrivato da pochi giorni. Nonostante queste difficoltà i campani hanno vinto con cuore e orgoglio.  

IL PROBLEMA - Ci auguriamo di no ma la prima impressione dopo tre gara è che il vero problema del Catania potrebbe essere strutturale: Francesco Baldini eredita i limiti di una rosa costruita non in maniera ottimale. Ci sono, per esempio, giocatori che hanno caratteristiche simili e che difficilmente possono essere schierati insieme. Il Catania nella stessa estate ha portato a Torre del Grifo tanti esterni ma manca un centravanti d’area. Manca anche un difensore forte come Silvestri. La panchina non è lunga, e non c’è abbondanza di alternative in grado di entrare e cambiare la partita.

LEADER - La gara di Pagani insomma ha messo in luce diverse crepe. Manca a questa squadra un vero leader che sappia prendere per mano la squadra e condurla verso la vittoria nei momenti di difficoltà. Partito Silvestri sotto questo aspetto c’è il vuoto. Chi è rimasto non tira fuori la personalità e non riesce a far fare il salto di qualità alla squadra. I giovani rossazzurri non hanno esperienza e malizia e solo in futuro potranno diventare nuovi punti di riferimento.

CENTROCAMPO E ATTACCO - Il grande rebus delle ultime stagioni rossazzurre in C è stato il centrocampo, che progressivamente si è svuotato di qualità dopo la partenza di Francesco Lodi. Il Catania di Baldini va avanti con Maldonado che vive di alti e bassi e difetta in personalità. Il regista ecuadoriano risponde alle esigenze tattiche dell’allenatore, che non lo ha fatto andare a Trento, sapendo che il centrocampista gli garantisce fisicità e qualità nell’impostazione del gioco. La squadra fuori casa prende gol e non riesce a segnare neanche su rigore. Ha bisogno di equilibrio per dare stabilità a attacco e difesa. Forse il modulo ideale è il 4-3-3 ma di certo il potenziale offensivo non si vede. Sarao si è portato a Gubbio anche una bella fetta di gol: ne garantiva una decina a stagione e il Catania, ora dovrà trovarli altrove. Sipos a Pagani ha mostrato i suoi limiti e adesso Baldini dovrà dare un volto ben definito al reparto offensivo ma la chiave sarà trovare anche l’assetto giusto. Certo adesso arrivano impegni ravvicinati e questo non aiuta di sicuro il lavoro del tecnico ma bisogna fare presto visto che al Massimino il 19 settembre arriva il Bari di Magnani dopo l'impegno di coppa col Catanzaro di mercoledì. 

IL FUORICLASSE  - Il Catania, costruito nel rispetto del principio della sostenibilità economica imposto dalla proprietà, il fuoriclasse ce l’ha in panchina. Ma Francesco Baldini sembra aver perso il piglio giusto a Catania visto che dopo le quattro vittorie consecutive la scorsa stagione con Avellino, Cavese, Viterbese e Potenza, lontano dal Massimino non ha più vinto uscendo poi dai playoff al primo tentativo in casa contro il modesto Foggia. C’è un antico luogo comune del calcio che recita: "L’allenatore più bravo è quello che non fa danni". La speranza è che Baldini torni ad essere quello della scorsa primavera visto che finora non è riuscito a dare una impronta tecnico-tattica ben precisa alla squadra così come un’anima anche se lo stesso continua a dire in sala stampa che la sua squadra ha fatto buone prestazioni e mostrato di avere carattere nonostante le sconfitte. A molti addetti ai lavori invece la squadra è sembrata sbiadita nel gioco, nella mentalità, nella personalità, nella compattezza. Ora serve uno sforzo di gruppo e soprattutto la mano del tecnico.  Con i due punti di penalizzazione questo Catania sarebbe ultimo in classifica e Baldini deve rianimare un Catania che al momento non finalizza e non sa difendere. 

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