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Linea verde

Catania, bilancio di un mercato baby con (tanti) rischi e (pochi) vantaggi

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Il nuovo corso rossazzurro con l'operazione ringiovanimento comporta rischi. Il Catania va a caccia di un miracolo

Redazione ITASportPress

Nessuno si aspettava i fuochi d’artificio nell’ultimo giorno di calciomercato, ma il Catania ne esce ulteriormente indebolito da questa sessione estiva. Nella due giorni a Milano, il dt Maurizio Pellegrino è riuscito a chiudere solo due operazioni in entrata: Luca Moro, giovane senza esperienza in Serie C e con tante presenze nelle categorie giovanili e poi il ritorno last-minute di Kevin Biondi. Giovani arrivati alle pendici dell’Etna in questa sessione estiva a titolo temporaneo, ma non sono in grado di fare subito la differenza. 

ANNO ZERO - Si poteva fare di più e meglio anche senza soldi in questa sessione di calciomercato, ma servivano idee ed esperienza. Per esempio potevano arrivare giovani di club di Serie A con ingaggio bassissimo e in alcuni casi diviso con chi lo cede interessato a valorizzarlo. Il Catania ha perso elementi importanti in ogni reparto come Silvestri, Welbeck e Sarao non sostituendoli adeguatamente. Baldini dovrà lavorare con tanti giovani durante la settimana, ma deve essere chiaro a tutti che il Catania è all’anno zero. 

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OBBLIGATI A VINCERE - Il calciomercato estivo è incompleto e deludente, forse il più brutto della storia del Catania, e certifica la fine di un certo progetto e la ripartenza di un discorso diverso. Un ridimensionamento dettato da una situazione finanziaria drammatica dove anche la bolletta della corrente elettrica pesa come un macigno. Catania è una squadra obbligata a vincere. Lo chiedono i tifosi che quando c’è stato bisogno di mettere la mano al portafoglio lo hanno fatto senza pensarci su due volte nonostante la crisi economica catanese. Per carità, se si investe per poi raccogliere i frutti, i giovani vanno bene anche se questi ragazzi sono arrivati in prestito.

GIOVANI - Lavorare con i giovani è un’idea affascinante, valida, ma richiede tempo. Il rompicapo è scoprire chi sarà capace di capire in tempo come si gioca in Serie C. Adesso il seme appena piantato va curato tutti i giorni, altrimenti appassisce e muore. I tifosi meritavano ben altro che questa banda di giovani proveniente da un altro calcio. Basta guardare le carte d’identità per averne conferma: Michele Truppo 2002; Riccardo Cataldi 2001; Gabriel Bianco 2002; Luca Ercolani 1999; Leon Sipos 2000; Jean Freddi Greco 2001, Luca Moro 2001 e Kevin Biondi 1999. I giovani hanno lo svantaggio della poca esperienza ma sono più duttili e modellabili. Per un allenatore è una bella sfida lavorarci sopra, con l’obbiettivo di trasformarli in giocatori fatti e finiti. Francesco Baldini alla Roma ha svezzato tanti giovani e se quelli arrivati a Catania sono bravi, il tecnico potrebbe lanciarli. Diventerà fondamentale per il Catania 2021/22 il lavoro sul campo in settimana e le idee dell'allenatore. 

IL PESO DELLA STORIA - Il Catania non può rischiare di finire in zona playout così come non può perdere i derby con Palermo e Messina. I giovani subirebbero una pressione fortissima perchè Catania ti schiaccia se non hai personalità e carattere. La pressione sotto il Vulcano è pari, o superiore, a quella di Milano, Roma o Torino. Catania è una piazza storica che ha respirato spesso l’aria di Serie A e si mastica calcio tutta la settimana. Adesso ci sono i social che appena sbagli una partita non perdonano. Non si può mettere sulle spalle di questi ragazzi, che forse diventeranno grandi tra qualche anno, croci più pesanti di quante ne possano sostenere. 

SPERANZA - La nota positiva c’è: la società etnea, con le uscite che superano le entrate, ha abbassato i costi di gestione. Era anche questo, visti i tempi di crisi, un obiettivo da perseguire. Ma nel calcio ci sono per fortuna altre variabili non essendo una scienza esatta. Non sempre vince il più ricco. C’è da aggrapparsi a questo e sperare che il pallone in campo racconti una storia diversa. Il Catania di Baldini va a caccia di un miracolo. 

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