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Catania, con Tacopina sarai in mani sicure ma con gli americani per vincere serve pazienza

Tacopina e Gravina (Getty Images)

Tacopina sarà l’ultimo americano a investire nel calcio italiano dopo il proprietario della Roma Friedkin

Redazione ITASportPress

La Sigi ha il merito di aver salvato il Calcio Catania dal fallimento ma adesso il club sarà a stelle e strisce con la proprietà che tra pochi giorni passerà nelle mani del gruppo di Joe Tacopina un avvocato americano ma di origini siciliane con la passione del calcio. Lo sa bene Gaetano Nicolosi, azionista di maggioranza della Sigi, che difficilmente potrà dire di no alla proposta d'acquisto presentata ieri da Joe Tacopina: "Si, è vero - dice l'imprenditore etneo a La Sicilia - abbiamo ricevuto la Pec in cui c'è l'offerta. Personalmente non sono riuscito ancora a leggerla, ma mi ero già incontrato con l'avv. Tacopina e anche se a malincuore sono pronto a vedere o comunque a cedere gran parte delle mie azioni. É chiaro che bisognerà sentire anche gli altri soci, tra martedì e mercoledì eleggeremo il Cda e quindi si potrà concludere la trattativa". Nicolosi molto probabilmente sarà socio di minoranza rimanendo all'interno del sodalizio di via Magenta.

TACOPINA APRIPISTA

 Tacopina (Getty Images)

Joe Tacopina, spesso apripista delle operazioni in Italia di quasi tutti i suoi connazionali, ha già ammesso di essere affascinato ed entusiasta del progetto Catania. Aprirà diverse Academy a New York e farà disputare tante partite amichevoli alla squadra rossazzurra in America. Tanti passi di Joe per dimostrare la sua catanesità acquisita e quel sogno chiamato Serie A.

In giro per l'Europa sono tante le proprietà americane nel calcio del XXI secolo. Tutti hanno promesso vittorie e trofei ma quasi sempre il campo ha smentito i tycoon. Come non ricordare la promessa di Pallotta di portare a casa un trofeo entro cinque anni? E anche se ci spostiamo nella ben più opulenta Inghilterra del pallone, i robusti investimenti dei tycoon conquistati dal fascino del football all’europea non hanno immediatamente prodotto grandi risultati. Sportivamente parlando, s’intende. Perché invece, da un punto di vista economico e finanziario, gli esiti sono stati tutti positivi se non eccezionali. Spesso per vincere gli americani hanno bisogno di tempo e i tifosi devono avere pazienza. Lo dice anche la storia degli americani d’Inghilterra. Di certo, lì le società sono finite in buone mani: garantite sia la competitività, con o senza successi, immediati e non, sia la buona salute e le prospettive dei club.

Tacopina e Gravina (Getty Images)

PREMIER LEAGUE

Adesso a brillare più di tutti è il Liverpool: una Champions e una Premier League strameritate -riporta la Gazzetta dello Sport-. Ma quanto è stata lunga l’attesa: il primo titolo è arrivato nove anni dopo l’ingresso di Tom Werner e dei suoi soci in Fenway Sports Group, proprietari pure dei Boston Red Sox di baseball, che subentrarono ad altri due americani, Hicks e Gillett, rimasti tre anni senza successi e nel fastidio generale. L’Arsenal, invece, da quando dal 2011 è finito nelle mani di Stan Kroenke, che possiede squadre in tutti gli sport pro Usa e i Colorado Rapids in Mls, si è dovuto accontentare di qualche FA Cup, mentre le prestazioni in campionato e in Europa, dopo l’addio di Wenger, sono peggiorate. Più complessa la storia del Manchester United: la famiglia dei gioiellieri Glazer, entrata nel 2005 e odiata dalla tifoseria perché vissuta come invasione straniera e per l’operazione di leverage buy out con cui rilevò il club (caricando sui conti della società i debiti contratti per l’acquisto), riuscì inizialmente a cavalcare la scia delle vittorie dell’era Ferguson, per poi, dopo l’addio di Sir Alex, dimostrare di essere molto abile, soltanto però a rafforzare la struttura societaria. Oggi lo United è un colosso che si regge su piedi tutt’altro che d’argilla nonostante gli insuccessi sportivi. In Inghilterra sono di proprietà americana anche il Crystal Palace, che è in Premier League, e il Fulham, che in Premier ci è appena ritornato.

LIGUE1

Chiuso per le regole calcistiche in vigore il mercato tedesco, inaccessibili per ragioni analoghe i grandi club spagnoli, gli investitori Usa ora mostrano sempre più interesse per il calcio francese e italiano. In Francia, tuttavia, i gruppi che hanno rilevato Olympique Marsiglia e Bordeaux destano molte perplessità: o per i loro pregressi guai con la giustizia (McCourt ora boss dell’Ol) o per la loro opacità (il Bordeaux è di un paio di fondi abbastanza misteriosi).

SERIE A

Dell’Italia sappiamo tutto: dell’instancabile andirivieni di Joe Tacopina capace di portare il Venezia in B; delle problematiche dell’era Pallotta, dopo la resa dei predecessori (cordata DiBenedetto); della gestione oculata del Bologna di Saputo; delle ambizioni, già frenate, di Commisso a Firenze; delle manovre, talvolta un po’ spericolate, del Fondo Elliott, che in realtà governa il Milan più dall’Inghilterra che dagli Usa. Dan Friedkin è l'ultimo americano a investire nel calcio italiano avendo preso la Roma. Ora però il testimone verrà raccolto da Joe Tacopina che sarà il nuovo proprietario del Catania.

 Tacopina (Getty Images)