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Catania, Di Marzio a ISP: “Il segreto della promozione ’83. Matricola? Meglio ripartire da zero”

Catania, Di Marzio a ISP: “Il segreto della promozione ’83. Matricola? Meglio ripartire da zero”

L'ex allenatore del Catania nel giorno del 75° anniversario dalla fondazione del club ha detto la sua a Itasportpress

Redazione ITASportPress

Il passato, il presente e il futuro del Catania, raccontato da un‘autentica icona per il club siciliano. Gianni Di Marzio, artefice della storica impresa della promozione in Serie A nel 1983, ha rilasciato in esclusiva un’intervista alla redazione di ItaSportPress.it, in cui è emerso tutto il suo attaccamento alla piazza, oltre al grande dispiacere per la situazione attuale. Il suo amore è rimasto invariato, quarant’anni fa come oggi; quando il Catania taglia il traguardo di ben 75 primavere.

Se le dico “Catania” cosa le viene subito in mente?

“Lo spareggio del 1983 con 40mila catanesi a fare il tifo per noi all’Olimpico di Roma. Facemmo un’impresa! Ci seguirono fino all’aeroporto e ricordo che non dovemmo partire in ritardo. Poi, quando tornammo a Catania, ne trovammo in ugual numero ad aspettarci. Gente straordinaria”.

Quale fu il segreto della vostra impresa? Tornaste in Serie A dopo oltre vent’anni!

“Non era una squadra di figurine Panini come alcuni club tendono a costruire adesso. Una volta era diverso. Adesso si parla degli “allenatori-manager” inglesi, ma non si inventano nulla di nuovo”.

In che senso?

“Sarebbe la normalità, perché trent’anni fa il calcio era così. Erano gli allenatori che, giustamente, si costruivano le squadre. Eravamo sia tecnici, sia direttori sportivi. Quel Catania lo creai io, scegliendo calciatori compatibili tra loro per caratteristiche calcistiche e caratteriali: puntai sui vari Mastropasqua, Ranieri, Mastalli… Li avevo studiati e li conoscevo a perfezione. Per questo volli quei giocatori con me in quella squadra. La storia dice che non mi sbagliai”.

E’ un modus operandi difficilmente esportabile nel calcio attuale?

“Assolutamente no, perché alla fine si tratta di fare semplicemente le cose fatte per bene. Nulla di più e nulla di meno. Guardiamo, per esempio, al Sassuolo di De Zerbi: ha fatto cose incredibili perché è stato lui a scegliersi i giocatori sui quali puntare, con la società che lo ha supportato”.

Ha mantenuto legami con la piazza?

“Eccome! Io ho la residenza a Catania. Amo la città e i catanesi. Ho una bella casa in un condominio con una piscina olimpionica. Per me Catania è la Miami di Italia. Ma poi c’è un’altra cosa che mi colpisce ogni volta”.

Che cosa?

“Che la gente mi ferma per strada e mi ringrazia ancora per la promozione del 1983. Non solo i più anziani, ma anche i ragazzi giovani: è un racconto che si è tramandato di generazione in generazione”.

 foto Calcio Catania

Oggi invece il Catania è in un momento di grande difficoltà…

“Perché hanno fatto tutto il contrario di tutto quello che facemmo noi oltre trent’anni fa. Troppe scelte sbagliate hanno portato a questa situazione”.

Nonostante tutti gli sforzi per il mantenimento della matricola?

“Secondo me era meglio ricominciare da zero, con un progetto ambizioso, giovane e sul lungo termine. I tifosi lo avrebbero capito. Non c’è la disponibilità economica per mantenere la categoria, questo mi sembra evidente”.

In queste situazioni qual è l’ingrediente necessario per compattare il gruppo e reagire rispetto a quanto accade all’esterno?

“Io sono molto pessimista. Non mi sembra un gruppo ben amalgamato. Eppure si poteva prendere esempio da tante realtà limitrofe. Si guardi per esempio al Cosenza: non c’era chissà quale budget di partenza, ma Goretti ha costruito una buona squadra e, fin qui, stanno stupendo”.

Gaetano Nicolosi ha responsabilità in tutto ciò?

“Nicolosi è una brava persona, non agisce in cattiva fede. Lui non può nulla. Purtroppo la situazione è questa e bisogna fare i conti con la realtà”.

Quale deve essere l’obiettivo stagionale del Catania?

“Ribadisco che hanno salvato la matricola, ma conveniva ripartire da zero. Il Catania, insieme al Monopoli, è l’unica squadra che non è riuscita neanche a pareggiare soltanto una partita… Io credo che il supporto dei tifosi potrebbe essere l’unica chiave per provare a uscirne. Già dalla prossima partita contro il Catanzaro… Bisogna scendere in campo in primis per loro”.

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